Giorgio Faletti descrive Monte Carlo: “Uno spettacolo che non può lasciare indifferenti”

Giorgio Faletti descrive Monte Carlo
foto©arvalens

Tra le descrizioni illustri di Monte Carlo merita di essere riportata quella frutto della penna di Giorgio Faletti, attore comico, cantante (secondo posto al Festival di Sanremo con la canzone “Signor Tenente”) e scrittore, molto caro al pubblico italiano, scomparso nel 2014.

Il papà di Vito Catozzo, la guardia del programma “Drive in”, ambienta il suo romanzo di esordio, il thriller “Io Uccido con oltre 4 milioni di copie vendute, proprio nel tranquillo Principato di Monaco.

Una sera Jean-Loup Verdier, DJ di Radio Monte Carlo riceve, durante la sua trasmissione, la telefonata di un ascoltatore che dichiara di essere un assassino. Il giorno dopo un pilota di Formula 1 e la sua compagna vengono trovati morti. Seguiranno altri delitti preceduti ogni volta da una telefonata a Radio Monte Carlo…Giorgio Faletti descrive Monte Carlo

Ecco, di seguito qualche riga da una delle descrizioni di Giorgio Faletti /Jean-Luop Verdier

LO SPETTACOLO DEL PORTO ILLUMINATO

…Lasciò alla sua destra e poi alle sue spalle la piazza del Casinò e percorse ad andatura moderata la discesa che pochi giorni prima le Ferrari, le Williams e le McLaren avevano percorso a una velocità pazzesca. Dopo la curva del Portier gli arrivarono sul viso la brezza che veniva dal mare e le luci gialle del tunnel”.

IL PALAZZO DEL PRINCIPE AVVOLTO DALLE LUCI

“Lo percorse sentendo l’aria rinfrescarsi, immerso in quella luminosità innaturale che mescolava i colori e li rendeva tutti uguali. All’altra uscita ritrovò lo spettacolo del porto illuminato, dove in quel momento stavano galleggiando, con ogni probabilità, un centinaio di milioni di euro di barche. In alto, a sinistra, la rocca, con la reggia avvolta di luci diffuse, pareva controllare con garbo che il sonno del principe e della sua famiglia non venisse disturbato. Nonostante l’abitudine, era uno spettacolo che non poteva lasciare indifferenti. Jean-Loup riusciva a capire come un abitante di Osaka o di Austin o Johannesburg, davanti a un’immagine come quella, potesse rimanere senza fiato e farsi venire il gomito del tennista a forza di scattare fotografie. A quel punto era praticamente arrivato…”.

da Giorgio Faletti,  Io uccido”, Baldini & Castoldi 2002

Sulla vita del comico e scrittore:

https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Faletti

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