Arte e cultura

I Cani a Corte: Fedeli Compagni di Sovrani e Famiglie Reali

di Angela Valenti Durazzo

Ad essere al centro delle cronache, al giorno d’oggi, sono anche loro: i cani a corte ed in generale gli animali di sovrani ed aristocratici, o quelli di star e capi di stato che qualcuno ha ribattezzato “very important pet”.

Reali ed esponenti della nobiltà ritratti con gli inseparabili amici pelosi; oppure, in versione moderna, sui social media accanto agli animali da compagnia, non sono infatti certo una rarità.

Anche nella famiglia Grimaldi di Monaco com’è noto l’amore per i cani ed in generale per il mondo animale, in sintonia con lo spirito ecologico che anima il Principato, assurge spesso a protagonista dei flash dei fotografi. Possiamo vederlo anche nelle opere degli artisti ed in particolare dell’autore del grande ritratto (Ralph Wolfe Cowan) che mostra il Principe Ranieri III, la Principessa Grace, i figli Caroline, Albert, attuale Sovrano di Monaco, e Stéphanie con accanto ben tre cani, che sembrano quasi far parte del nucleo familiare.

I QUATTROZAMPE DEL PRINCIPATO DI MONACO STAR DEI ROTOCALCHI

Non è possibile, citando (seppur parzialmente) i cani più conosciuti della famiglia Grimaldi, tralasciare Odin, ricevuto in regalo da Ranieri III per i cinquant’anni di regno, protagonista di una celebre foto ufficiale con il Principe e di una commovente e storica immagine, scattata nel 2005 mentre seguiva mesto il suo feretro, accompagnato da un valletto.

Di umore decisamente più euforico, invece, Patsu, bulldog francese, che nel 2013 ha sceso scodinzolante e poco protocollare la scalinata del Palais Princier insieme ai neo sposi Andrea e Tatiana Casiraghi, facendo anche spesso capolino nelle foto nuziali della coppia.

Legatissima ai suoi cani è anche la Principessa Charlene, consorte del Principe Alberto II, alla quale è mancato, a seguito di un incidente nel 2015, lo yorkshire Carlo, inseparabile amico dell’altro suo cagnolino, il chihuahua Monte.

Altrettanto premurosa si mostra la Principessa Caroline, che nel 2010 gli obiettivi dei fotografi colgono in un momento di tenerezza con i suoi due chiots teckels, mentre li stringe a sé durante il Jumping International di Monaco. Due anni prima i flash la ritraggono invece con Romeo, bulldog dal muso nero ed il corpo bianco.

Sempre a proposito degli scatti d’autore, camminando nelle stradine del quartiere della Rocca, si può vedere la fotografia della Principessa Grace (foto sotto) che accompagna la figlia Stéphanie a scuola insieme all’inseparabile barboncino. L’immagine fa parte di un itinerario di 25 scatti che è possibile ammirare per le strade del Principato dedicato nel 2007 dalla Direzione del Turismo di Monaco (in occasione della mostra Les Années Grace Kelly, Princesse de Monaco) alla scomparsa sovrana la cui fama e le mostre a lei dedicate a Monte Carlo e altrove hanno consegnato al mito.

Fotografia del percorso dedicato alla Principessa Grace, nel quartiere della Rocca.

Ad attestare l’attenzione monegasca per l'”amico fedele” è anche l’Esposizione canina internazionale che si volge ogni anno sotto al tendone di Fontvieille, nel Principato. L’evento canino è stato fondato nel 1927 dalla Principessa Charlotte, seguita poi dalla figlia, la principessa Antoinette (sorella di Ranieri III) ed oggi, dopo la sua scomparsa, affidato alla figlia Baronessa Elizabeth Ann de Massy e alla nipote Melanie Antoinette de Massy (vicepresidente). 

L’attenzione della famiglia di Monaco per il mondo animale non si limita d’altronde, com’è noto, solo alla razza canina. Vale la pena infatti di citare l’azione di salvataggio portata felicemente a termine nel 2013 dalla Principessa Stéphanie, dei due elefanti dello zoo di Lione Baby e Nepal, destinati all’abbattimento poiché affetti da tubercolosi. Per non parlare delle campagne in difesa di numerose specie marine ed animali in via d’estinzione ed alle azioni ambientali appoggiate dal Sovrano di Monaco nel corso del suo regno e portate avanti dal Museo Oceanografico di Monaco e dalla Fondazione Principe Alberto II di Monaco.

Lasciando il Palais dei Grimaldi, e  guardando alle star internazionali citiamo, come esempio fra i tantissimi di affetto per gli amici pelosi, lo stilista Valentino, il quale ha sempre nutrito una predilezione per i cani carlini, con i quali si è fatto spessissimo immortalare dai fotografi ed ai quali ha destinato, negli anni, grande attenzione, portandoli persino con sé in viaggio sul suo jet privato.

LA DEGNA SEPOLTURA DEI CANI DI ELISABETTA D’INGHILTERRA

Ft.Cole Keister

Ma restando nel tema dei cani a corte ed allontanandoci dal Palais Princier e dalla Monaco dei Vip – dove i quattrozampe possono disporre di associazioni, negozi di accessori di lusso, domestici preposti alla passeggiata serale, cure estetiche, assistenza medica qualificata ed ogni tipo di attenzione – anche tra le altre famiglie reali, e nella nobiltà in generale, non mancano oggi come ieri i “cani famosi”, confidenti silenziosi, oggetto di cure ed attenzioni degne di un re.

I moderni “scatti d’autore” ci mostrano i duchi di Cambridge William e Kate, alla finestra di Kensington Palace, con il figlio primogenito George e Lupo, un cocker spaniel di colore nero.

Buon sangue non mente, visto che la stessa regina Elisabetta II d’Inghilterra, oltre ai cavalli, predilige la razza dei corgi, il primo dei quali, Susan, le venne regalato dal padre Giorgio VI per il suo diciottesimo compleanno.

LO CHEF PER IL MENU’ CANINO

Ovviamente i cani della regina sono veri cani a corte. Hanno valletti personali, pasti serviti in ciotole d’argento, menù ben calibrati e realizzati solo con cibi freschi da veri e propri chef. La Sovrana permette anche ai fotografi di immortalarla con loro a Buckingham Palace, o nei momenti di svago, come si vede nella copertina del popolare magazine Vanity Fair e come altri celebri servizi del passato attestano.

A confermare questo rapporto privilegiato a Sandringham House, residenza di campagna della casa reale inglese, si trova la lapide di Sugar, corgi discendente della già citata Susan. L’epigrafe riporta: “Sugar nato il 16 maggio 1949 e morto il 18 luglio 1965, per oltre 16 anni il compagno fedele della regina”.

E quello di dare degna sepoltura ai cani a corte non è un gesto limitato ai tempi moderni ma un’antica tradizione. Quando Dash, lo spaniel nero della regina Vittoria (protagonista di molte tele da solo o in compagnia di altri cani) morì, la sovrana lo volle seppellire nel parco del Castello di Windsor, e fece scrivere sulla sua lapide:

Qui giace Dash, lo Spaniel preferito da sua Maestà, la regina Vittoria, per volere della quale è stata eretta questa lapide. Egli morì il 20 dicembre 1840, nel suo nono anno. Nel suo affetto non c’era egoismo, nella sua allegria non c’era malizia, nella sua fedeltà non c’era inganno. Tu che leggi se vuoi essere amato in vita e compianto da morto, segui l’esempio di Dash”.

Anche il duca Edoardo di Windsor (1894-1972), figlio di Giorgio V (com’è noto abdicò al trono) e la consorte Wallis Simpson, duchessa di Windsor, si fecero spesso fotografare sorridenti con in braccio o al guinzaglio i loro carlini, ai quali assicuravano attenzioni da veri aristocratici e gli immancabili valletti.

VAN DYCK ED I CUCCIOLI DEI FIGLI DELL’IMPERATORE

E quello dei reali e dei duchi inglesi non è certo il solo esempio di cani a corte. Per citarne alcuni celebri a titolo d’esempio, nel diciassettesimo secolo Giovanni Andrea I Doria (erede del grande ammiraglio genovese Andrea Doria) dedicò a Roldano, il cane molosso che gli era stato donato da Filippo II di Spagna, un’epigrafe nei giardini della propria residenza (la Villa del Principe a Fassolo, ai piedi della statua di Giove in seguito abbattuta, con sopra scritto:

«Qui giace il gran Roldano cane del principe Gio. Andrea Doria il quale per la molta sua fede e benevolentia fu meritevole di questa memoria, e perché servì in vita sì grandemente ambedue le leggi, fu anca giudicato in morte, doversi collocare il suo cenere appresso del sommo Giove, come veramente degno della real custodia. Visse XI anni et mesi X morse in settembre del 1615 giorni 8 ora 8 della notte».

Un attaccamento, quello del Doria nei confronti del grosso cane testimoniato anche da alcuni ritratti (tra l’altro il “Gran Roldano” era simbolo della riconoscenza del sovrano di Spagna verso la sua famiglia). Nella tela, attribuita ad Alessandro Vaiani, l’artista compie quasi un’umanizzazione dello splendido esemplare sul quale il Doria poggia benevolmente la mano destra mentre con la sinistra cinge l’elsa della spada.

Sui ritratti e l’umanizzazione dei fedeli amici dell’uomo in epoca attuale LEGGI ANCHE

La ritrattistica e le biografie di sovrani e nobili del passato ci raccontano dunque di molti cani a corte. Due cavalier king charles spaniels appaiono nello splendido ritratto di Van Dyck dei tre figli maggiori di Carlo I (foto in apertura). I cagnolini sono posti ai lati dei bambini trasmettendo un senso di protezione.

Si racconta che Mops, bulldog francese della giovane Maria Antonietta di Francia, venisse lasciato libero di scorrazzare mordicchiando tappeti ed arredi vari a Versailles.

Venendo all’italico genio, non possiamo non citare il ritratto di Tiziano di Carlo V con cane, conservato nel Museo del Prado di Madrid (1533 circa). Con una mano l’imperatore impugna l’elsa della spada (attributo proprio della simbologia della dignità imperiale) con l’altra accarezza un grosso cane bianco. Benevolenza, lungimiranza e potenza sono le sensazioni che il dipinto trasmette in chi lo osserva.

E concludiamo la breve rassegna dei cani a corte citando, tra i moltissimi ritratti, la giovane nobildonna (foto sotto) nel Museo del Palazzo Reale di Genova (antica dimora, delle dinastie Balbi, Durazzo ed infine Savoia ) che allunga la mano in direzione del proprio cagnolino suscitando in chi guarda un immediato senso di tenerezza e confermando l’attenzione di cui il più fedele amico dell’uomo ha sempre goduto, anche nel passato. 

Museo del Palazzo Reale di Genova

Guarda anche:

A Ciascuna il suo Galateo, Regole di Comportamento al Femminile

La Famiglia Reale Britannica a Bordighera

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