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Coronavirus: Intervista ad Alberto Domenico Vitale della Maison di Alta Gioielleria di Monaco “Dobbiamo imparare a prendere il nostro tempo”

di Angela Valenti Durazzo

In un’epoca che corre, riscoprire il valore del tempo. E mentre i bollettini medici a livello mondiale riportano i dati delle vittime del Coronavirus (e per fortuna anche dei guariti), mentre Emmanuel Macron ha annunciato ieri sera il prolungamento del confinamento a casa fino all’11 maggio (sul Principato di Monaco LEGGI) molti di noi si domandano come saremo, dopo la crisi Covid-19; su questo argomento abbiamo intervistato Alberto Domenico Vitale, titolare della Maison d’Alta Gioielleria di Monte Carlo Vitale dal 1913.

Alberto Domenico Vitale come ci cambierà, secondo lei, l’emergenza Covid-19?

Penso che in un mondo ed in un modello sociale dominato dalla frenesia questa frenata brusca ci stia costringendo a prendere del tempo per riflettere sia a livello personale che professionale e per domandarci chi siamo e dove vogliamo andare ed anche cosa le persone vogliono veramente da noi.

E questo concretamente in cosa si traduce?

Si traduce in cose semplici e importanti. Durante il confinamento a casa, per esempio, ho trovato il tempo per chiedere ai collaboratori semplicemente: “Come stai?” “Come sta la tua famiglia?”. Ma anche per fare dei piani strategici e modificarli in considerazione dei loro consigli. In un mondo troppo spesso dominato dalla quantità che talvolta va a danno della qualità bisogna dare più tempo alle persone che lavorano con noi. Perseverare con i valori tradizionali del fare bene italiano. Abbandonare i ritmi eccessivamente frenetici.

Ridare, dunque, centralità alle cose che contano? 

Penso che in questo difficile periodo che sta attraversando il mondo, avremo una selezione verso l’alto, verso l’uomo. E penso anche che l’umanità farà la differenza. Tornerà un po’ di umanità. Si torna all’uomo e alla famiglia. Io e mia moglie, per esempio, essendo credenti, in queste settimane approfittiamo per pregare di più con i figli. Secondo me in Italia e nel Principato, luoghi dove c’è molta umanità, questa differenza verrà fuori. Tra qualche anno si dirà “li’ c’è stata umanità e cuore e ce l’hanno fatta”.

Lei è professore associato all’International University of Monaco e consigliere dell’Associazione Imprenditori Italiani a Monaco (AIIM) e dell’Unione dei Commercianti ed Artigiani di Monaco (UCAM) e della Monaco Venture Capital (MVCA), state proseguendo la vostra attività, ed in che modo?

Riguardo all’AIIM fra le altre cose abbiamo creato un gruppo WhatsApp per essere in contatto fra noi ed anche in questo frangente ci stiamo riscoprendo come persone. Riguardo alla IUM, dove tengo da 6 anni un corso sui diamanti e l’alta gioielleria per 34 studenti di 17 diverse nazionalità, attualmente proseguo l’insegnamento online. I ragazzi, infatti, sono tornati nella quasi totalità a casa loro e le lezioni si svolgono attraverso il computer. Ovviamente ho dovuto modificare il metodo di insegnamento e l’approccio anche perché non è facile tenerli per tempi troppo lunghi concentrati davanti allo schermo. Ragionando invece con i miei colleghi imprenditori sono convinto che in questo 2020, chiusi in casa, saremo spinti ad avanzare 3 o 4 volte più velocemente nello sviluppo delle modalità di comunicazione e vendita digitale. Anche l’artigiano e il commerciante o vende online o rischia di non farcela.

Gli imprenditori a Monaco sono stati supportati in questo difficile momento?

L’UCAM e la Fedem, che è la Fédération des Enterprises Monégasques, Federazione delle Imprese Monegasche, sono state molto presenti e lo stesso vale per il Welcome Office: hanno prontamente informato i loro iscritti delle decisioni governative e degli aiuti economici creati per questo momento. A livello di Governo sono state avviate invece misure concrete di sostegno per lavoratori ed imprese. Insoma, confrontandomi con altri Paesi devo dire che a Monaco ci sentiamo aiutati e consigliati al meglio! Ho interessi anche in altri Paesi e non ho trovato la stessa attenzione e reattività dei governi.

Praticamente cosa cambierà alla ripresa lavorativa?

Proprio come ha detto Giorgio Armani in una recente intervista che condivido, il lusso non può essere veloce. Per quest’anno ci limiteremo ad una sola collezione, salteremo quella di settembre. Diminuiremo la quantità. E si venderà quello che si ha. Ma soprattutto usciremo dalle dinamiche insensate del proporre sempre prodotti solo per far funzionare un sistema fine a se stesso. Bisogna ascoltare ed assecondare i clienti: cercare di seguire i loro bisogni reali ed essere onesti e trasparenti. Sempre.

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