Covid Art Monaco, “un antidoto al Coronavirus”

Covid Art Monaco, “un antidoto al coronavirus”
Nella foto Caroline Bergonzi fra la sua opera La Vague (a sinistra) e quella di Odile Jolivet, Instinct de vie, sulla destra. Ft©arvalens

di Angela Valenti Durazzo

Un’onda imbizzarrita dai colori vivi e dai contorni scuri si alza dal mare simboleggiando ad un tempo inquietudine e speranza (La Vague di Caroline Bergonzi); una donna sola, durante il lockdown, guarda dal terrazzo grattacieli inanimati (Silent Mother di Anthony Alberti); una foresta scura e apparentemente ferma mostra ampi spazi di bianco fra gli alberi (Monotonie du Confinement di Tchoba); due uomini con mascherina, tute e protezioni anti-Covid, seduti ai lati di un lungo tavolo con candelabri, hanno come portate grosse pasticche colorate, quasi a voler stigmatizzare gli stati d’animo che hanno pervaso l’umanità durante il periodo del confinamento (Le Banquet di Lionel Bouffier).

Covid Art Monaco, “un antidoto al coronavirus”
Silent Mother di Anthony Alberti alla mostra Covid Art Monaco; Ft ©arvalens

Queste ed altre opere hanno rappresentato nella mostra Covid Art Monaco i timori e la voglia di ripresa che hanno caratterizzato la crisi globale ed il lockdown causato dal coronavirus.

Un evento che ha suscitato stati d’animo intensi che l’arte e gli artisti, anche nel Principato, non potevano non cogliere e trasferire sulla tela, su un’opera fotografica o su una scultura.

Se questa pandemia ha sconvolto il nostro presente – spiegano gli organizzatori di Covid Art Monaco – sta a noi tutti di inventare il nostro futuro. Con questa esposizione d’arte spontanea Daniel Boeri, grande difensore della cultura (e Presidente della Commissione Cultura e Patrimonio del Consiglio Nazionale di Monaco n.d.r.) ha dato carta bianca a due artisti di Monaco Caroline Bergonzi et Joël Tchobanian, per organizzare un’esposizione terapeutica…”. 

Diciannove Artisti per “Celebrare la Vita”

Covid Art Monaco, “un antidoto al coronavirus”
Daniel Boeri, gallerista e Presidente della Commissione Cultura e Patrimonio del Consiglio Nazionale di Monaco, posa con l’opera di Ivana Boris e Luca Izzo, Unlocked Minds, a sinistra e quella di Gae Gomi a destra; Ft©arvalens

Protagoniste di Covid Art Monaco, esposizione organizzata alla Galleria L’Entrepôt e conclusa il 28 luglio 2020, sono state infatti le opere di 19 artisti locali (lo stesso numero che contraddistingue il Covid-19). 

Gli artisti che hanno dato vita all’evento sono stati:

ANTHONY ALBERTI

CAROLINE BERGONZI

IVANA BORIS E LUCA IZZO

LIONEL BOUFFIER

CHRISTO CALAM

THIERRY DE MASSIA

NADEGE GRENET-VECCHIERINI

ALAIN GIAMPAOLI

ODILE JOLIVET

GAE GOMI

SOPHIE FRANCOIS HUSTIN

MIRABELLE

FORTUNE NOEL

ELENA PAPERNAYA

LAURENT PAPILLON

GUELA PATIACHVILI

PARI RAVAN

JOËL TCHOBANIAN

WOLF THIELE

Covid Art Monaco: Un’esposizione Poetica e Simbolica

Covid Art Monaco, “un antidoto al coronavirus”
Dyptique en Miroir di Mirabelle; Ft©arvalens

Intenti che hanno dato vita ad un’esposizione variegata, poetica e simbolica: “abbiamo voluto risvegliare gli animi, fare sorridere i cuori e celebrare la vita e dunque l’arte’”, ha sottolineato Caroline Bergonzi.

Il filo della solidarietà unisce, infatti, l’umanità affacciata alle finestre del grande palazzo grigio dal quale si levano verso l’alto cuori, mongolfiere, palloncini, uccelli, nell’opera di Sophie François Hustin Insieme. I cani dipinti da Guela Patiachvili sembrano incarnare nello sguardo smarrito i cambiamenti di vita e le angosce dei loro padroni durante il confinamento. E poi le esplosioni di colori e di forme, che sembrano fiori smerigliati di Odile Jolivet nel quadro Instinct de vie (nella foto in apertura) simbolo della rinascita dell’uomo. 

Covid Art Monaco, “un antidoto al coronavirus”
“Insieme” di Sophie François Hustin; Ft©arvalens

Molte altre le opere in mostra, antidoto e testimonianza di questi nostri tempi (la locandina di Covid Art Monaco le contiene tutte). 

Laboriosa, e nello stesso tempo semplice nel suo linguaggio e nella forza espressiva, l’opera fotografica di Ivana Boris e Luca Izzo, Unlocked Minds, che rappresenta due mani che si toccano. I due fotografi che lavoravano a distanza l’uno dall’altro hanno infatti associato la loro immaginazione durante il confinamento a casa e realizzato la mano destinata ad incontrarsi con quella dell’altro. “L’idea – si legge – è stata quella di realizzare immagini sulla mancanza di contatto fra le persone, sull’obbligo dell’isolamento ecc.”.

Anche se la mostra monegasca ha chiuso i battenti, infatti, restano le opere e le immagini che testimoniano angoscia, joie de vivre, voglia di fuga e talvolta ironia, di questo periodo della nostra storia dalle molte sfumature.

Covid Art Monaco, “un antidoto al coronavirus”
Joël Tchobanian, posa accanto alla sua opera, Monotonie du Confinement; Ft©arvalens

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