Riunione Bilaterale Monaco- Italia sul Telelavoro

Riunione Bilaterale Monaco-Italia sul Telelavoro
Un'immagine della Riunione bilaterale a Roma sul Telelavoro. Nella parte sinistra del tavolo il Ministro della Sanità e degli Affari Sociali di Monaco, Didier Gamerdinger con accanto l'Ambasciatore di Monaco in Italia Robert Fillon Ft © D.R.


di Angela Valenti Durazzo

Il telelavoro nel Principato per i salariati residenti in Italia potrebbe diventare una realtà. 

Se ne è parlato a Roma lunedì 8 aprile 2019 nel corso della Riunione bilaterale al Ministero italiano del Lavoro e delle Politiche Sociali, tra una delegazione monegasca guidata da Didier Gamerdinger, Ministro della Salute e degli Affari Sociali (accompagnato dall’Ambasciatore di Monaco in Italia Robert Fillon) ed una delegazione italiana guidata da Carmelo Barbarello, Consigliere diplomatico al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

E mentre il mondo del lavoro ovunque punta al web in misura sempre maggiore,  Monaco porta avanti la discussione sul telelavoro per i dipendenti residenti in Italia (tema già affrontato per quelli della vicina Francia).

Una possibilità gradita ai frontalieri (oltre 4000 dall’Italia, provenienti in gran parte dalla provincia d’Imperia e dal Piemonte) poiché permetterebbe di meglio conciliare vita personale e professionale (sui frontalieri liguri nel Principato GUARDA).

TELELAVORO: POSSIBILITA’ DI CRESCITA PER LE AZIENDE

Un’opportunità, dunque, per i lavoratori italiani che si spostano ogni giorno verso il Paese dei Principi Grimaldi in auto, treno e persino bicicletta, ma anche una prospettiva di ulteriore modernizzazione.

Colpisce infatti molto, quando si capita in stazione al termine dell’orario lavorativo, vedere la moltitudine di pendolari che salgono ogni giorno sui treni da Monaco, verso l’Italia e verso la Francia.


“La riunione – si legge infatti in una nota – ha permesso di precisare le opportunità che questo progetto rappresenta per l’Italia, in particolare in termini di sviluppo dell’occupazione e di miglioramento della circolazione e degli spostamenti nella regione”.

Ma anche nel Principato col telelavoro (introdotto almeno in una parte dell’orario lavorativo) sarebbe più facile assumere senza la necessità di nuovi uffici in un Paese dove lo spazio viene centellinato e gli affitti, com’è noto, sono molto cari. Le esigue dimensioni di questo Stato fanno sì che la Monte Carlo di Alberto II prosegua l’opera di estensione sul mare avviata con la realizzazione di Fontvieille da Ranieri III (sul nuovo eco-quartiere sul mareGUARDA).

“Potrebbe quindi rappresentare una possibilità di crescita anche per le aziende sul territorio”.

Inoltre se da una parte il telelavoro permetterebbe ai frontalieri di lavorare senza affrontare ogni giorno il viaggio, fonte di quotidiana stanchezza e stress, dall’altra contribuirebbe a decongestionare il traffico e diminuire l’inquinamento.

Il telelavoro, inoltre, potrebbe contribuire ad ammodernare e permettere un’evoluzione ulteriore della stessa figura del frontaliere italiano a Monaco. Per quanto riguarda Ventimiglia dopo la seconda guerra mondiale “il classico frontaliere era l’operaio italiano o il manovale – ci avevano spiegato in una precedente intervista Santo Fortugno e Roberto Lacchin della FAI (Frontalieri Autonomi Intemeli) – oggi la presenza italiana e della nostra provincia ligure a Monaco è cambiata. I nostri connazionali, infatti, lavorano soprattutto negli uffici, alberghi, banche; sono tecnici, dirigenti d’azienda, concierge (portieri negli hôtel o nei lussuosi palazzi monegaschi), cuochi, camerieri, addetti alle pulizie ecc.”.

E dell’importanza storica del lavoro italiano a Monaco aveva parlato anche, nella Festa della Repubblica Italiana del 2 giugno 2018, l’ambasciatore d’Italia nel Principato Cristiano Gallo “Non dimentichiamo – aveva sottolineato nel discorso ufficiale – che già dalla fine dell’800 sono stati gli italiani a costruire materialmente gran parte del Principato, lavorando, scavando nella roccia. Provenivano soprattutto dalle vicine regioni della Liguria e del Piemonte, le stesse dalle quali vengono oggi a lavorare oltre 4000 frontalieri ogni giorno”.

Sul discorso dell’Ambasciatore d’Italia a Monaco GUARDA

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