Intervista a Francesco Patanè, protagonista di “Io e Marconi” nel Principato di Monaco con Luca Guiducci e Sara Zambotti,

Intervista a Francesco Patanè, protagonista di “Io e Marconi” nel Principato di Monaco con Luca Guiducci e Sara Zambotti

Di Angela Valenti Durazzo – Successo nel Principato di Monaco, dopo quello al Festival delle Scienze di Roma, Napoli e Genova, per “Io e Marconi” spettacolo teatrale rappresentato in occasione della “Settimana della Lingua italiana nel Mondo” a Monaco, con testo e musiche di Luca Guiducci, la collaborazione di Sara Zambotti, (conduttrice e autrice di Caterpillar Radio2) e la regia e la recitazione di Francesco Patanè . Un evento che ripercorre la vita e le straordinarie invenzioni di Guglielmo Marconi – insignito con il Nobel per la Fisica – in occasione dei 150 anni della sua nascita e dei 100 anni della Radio in Italia. Ad introdurre la serata l’Ambasciatore d’Italia, Manuela Ruosi e la Presidente della Dante Alighieri Comitato di Monaco, Maria Betti. Abbiamo intervistato, prima di salire sul palco, l’attore Francesco Patanè, nato a Genova nel 1996 e candidato, fra le altre cose, ai Nastri d’argento nel 2021 per il film “Il Cattivo Poeta”.

Fracesco Patanè, come è nata la passione per la recitazione?

Credo che la passione sia nata dal divertimento, fin da giovanissimo, nell’impersonare ruoli che non fossero i miei e dalla spinta, dalla curiosità umana di indagare l’altro dall’interno. E quale lavoro p essere migliore di quello dell’attore per arrivare a conoscere l’altro? Infatti ho potuto interpretare ruoli tanto diversi da me, per esempio ne “Il Cattivo Poeta”, Regia di Gianluca Jodice, quello di Giovanni Comini: un federale fascista mandato a spiare Gabriele d’Annunzio per conto di Mussolini.

Un ruolo cinematografico di grande spessore, dunque…

Sì, infatti, è stato interessante per me potere raccontare dall’interno un giovane fascista. Una persona che credeva di poter soddisfare in modo non violento quelle che erano le sue ambizioni e al quale proprio l’avvicinamento alla figura di d’Annunzio farà, però, aprire gli occhi.

In precedenza aveva fatto anche parte del cast del film per la TV del 2018 “Aldo Moro, il professore” di Francesco Miccichè

Sì, anche se in questo film, nuovamente con Sergio Castellitto, avevo un ruolo marginale, quindi non ho partecipato direttamente alla creazione del progetto e del personaggio. Però, certamente, quello che accomuna queste esperienze, così come nel ruolo interpretato in “Ti mangio il cuore” del 2022, è l’onore che ho avuto di poter raccontare storie del nostro Paese, magari conosciute fino ad oggi non così chiaramente. E quando il cinema si permette questa esplorazione rende veramente un servizio pubblico, raccontando alla gente una storia dal punto di vista inedito ma vero.

Lei stesso, sebbene attore, ha potuto riflettere vivendo dall’interno queste storie?

Certamente. È più facile dirsi certi di un’idea, di una certa posizione, prima di avere affrontato un percorso che invece fa emergere il punto di vista opposto. Alle volte radicarci in un’idea contraria alla nostra, permette di incontrare il punto di vista dell’altro e poi si può tornare alle proprie idee, però con una conoscenza, una convinzione maggiore.

PATANÈ È L’EMIGRANTE ITALIANO DOMENICO IN “IO E MARCONI” 

Io e Marconi: l'Ambasciatore d'Italia Nel Principato Di Monaco Manuela Ruosi

Io e Marconi: l’Ambasciatore d’Italia Nel Principato di Monaco, Manuela Ruosi, prende la parola.

Dopo la sua comparsa in serie televisive quali “Imma Tataranni, Sostituto Procuratore”, “La legge di Lidia Poët”, “Un Passo dal Cielo” e altre, arriviamo alla rappresentazione teatrale “Io e Marconi” e alla sua interpretazione di un giovane semplice, come l’emigrante italiano Domenico

È vero, in questo testo scritto da Luca Guiducci, il quale è in scena con me e Sara Zambotti, e che si occupa anche di suonare e cantare, l’idea è quella di parlare del fenomeno Marconi, passando dal punto di vista di un giovane “puro”, Domenico, che non sapeva niente aprioristicamente. Domenico faceva il cuoco sulle navi e fa la sua conoscenza con l’importanza di Marconi in quanto viene salvato da un naufragio grazie alle sue scoperte. Sebbene di fantasia, la trama si articola nell’ambito di fatti storici realmente accaduti. Nel 1909 il transatlantico Republic, infatti, viene speronato e 1700 passeggeri si salvano grazie al telegrafo senza fili inventato da Marconi.

È stato facile per voi rappresentare per il pubblico l’importanza di Marconi e della sua invenzione, che verrà impiegata nei soccorsi, ma anche nelle guerre mondiali e nella resistenza e che aprirà una nuova era della comunicazione?

C’è una battuta che pronuncia Luca Guiducci in questo spettacolo che riassume tutto: “Prima del wirless di Marconi e della Radio tutte queste storie erano lontanissime. Il mondo per le persone era quello in cui si muoveva il proprio corpo e di quello che accadeva dall’altra parte del mondo, ma anche dall’altra parte della città, non si sapeva nulla se non per sentito dire. Adesso invece, da Marconi in poi, tutto è più vicino”.

 

Nell’immagine in apertura Sara Zambotti e Francesco Patanè

 

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