Il Mito di Renato Carosone a Monte Carlo, Intervista al Pianista e Musicista Lorenzo Hengeller

Omaggio a Carosone nel Principato di Monaco: Lorenzo Hengeller
Omaggio a Carosone nel Principato di Monaco: Lorenzo Hengeller al piano; Ft©Salvatore Rugolo

di Angela Valenti Durazzo – Carosone protagonista di una coinvolgente ed applaudita serata-omaggio (LEGGI L’ARTICOLO) a cura dell’Associazione Dante Alighieri Comitato di Monaco con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia, che ha visto salire sul palco il musicista e cantautore napoletano Lorenzo Hengeller, al piano, con Gianfranco Romagnoli alla tromba. Abbiamo rivolto ad Hengeller alcune domande prima dell’inizio dello spettacolo.

Lorenzo Hengeller, la sua tecnica musicale unita all’ironia e alla leggerezza la fanno considerare un “erede” del grande Carosone

Si, viene usata spesso questa frase, che mi mette in imbarazzo perché Carosone è veramente un mito. Certamente io ho cercato di imparare qual è la sua lezione, qual è la lezione di artisti come questi, cioé il fatto di poter coniugare l’alto e il basso, l’ironia, l’essere popolari ma essere anche colti. Nelle mie canzoni c’è la leggerezza, però allo stesso tempo con molti riferimenti musicali dei due grandi mondi che mi appartengono: la musica napoletana e il mondo della musica jazz.

A proposito di cultura (lei è stato anche professore di lettere) quanto è importante nel raggiungimento di questi obiettivi?

Nella musica, secondo me, come nella vita, tantissimo. Però dobbiamo chiarirci sul termine cultura. C’è gente che pensa che la cultura sia per forza un fatto di nicchia. Invece io credo esista una cultura popolare, soprattutto in Italia, molto forte, che ha un enorme valore. Occorre se mai filtrarla, renderla il più fruibile possibile. E questa è la capacità che avevano i grandi: nella musica ce l’avevano Carosone, Lelio Luttazzi, Antonello Falqui con Studio Uno e altri.

Lei ha spesso affermato che la sua musica non vuole essere portatrice di messaggi, ma ridendo e scherzando non si finisce per dire tante verità? Nella sua canzone Lo swing del giornalaio, per esempio, con leggerezza si introducono concetti quali l’importanza della lettura e della pluralità…

È proprio questo il senso, la mia intenzione è quella. Se ci sono riuscito poi non so… però la lezione dei grandi è sempre quella: senti ad un primo ascolto una canzone, che apparentemente è leggera – come può essereTu vuo’ fa l’Americano Caravan Petrol di Carosone – ma che poi alla fine sono una critica sociale, un racconto di come era l’Italia nel dopo guerra.

La varietà e la ricchezza umana di Napoli offre grandi possibilità di ispirazione

Napoli è un posto pieno di tipi da osservare e da guardare. Infatti il giornalaio della mia canzone esiste veramente, cosi come esiste il tassista. Quindi basta in realtà soffermarsi a guardare.

I remix di canzoni come Tu vuo’ fa l’Americano, ‘O Sarracino, denotano un interesse da parte dei giovani per la musica di questo artista napoletano nato nel 1920?

Non ascolto musica giovanile, ma non per spocchia o per superiorità, ma perché sono molto chiuso nella mia bolla di musicisti che mi piacciono. Però, indubbiamente, questi remix hanno avuto il ruolo e anche il dono di far conoscere Carosone ai ragazzi, di incuriosirli. I giovani hanno detto “adesso vado a sentirmi chi è sto Carosone”.

I suo riferimenti musicali, a parte Carosone, quali sono?

I miei due riferimenti sono sicuramente Carosone e Lelio Luttazzi (di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita). E poi mi piace tutto quel mondo di personaggi quali Gorni Kramer, Virgilio Savona del Quartetto Cetra, e tutti questi musicisti che venivano dal jazz. A me piace l’idea di usare il jazz per fare altro. Con Gianfranco Campagnoli, con il quale suoniamo spesso insieme da molti anni, ci divertiamo perché la scaletta la decidiamo al momento e perché ci piace improvvisare sulle canzoni.

Progetti futuri?

Alla fine di questo concerto mi fermeròun po’ perché desidero fare un disco nuovo essendo passati 4 anni dall’ultimo, Piano Napoli. Vorrei rifare un disco di inediti, che non realizzo da tempo, e che vorrei fosse pronto per settembre, ottobre.

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