Intervista al Pianista Roberto Prosseda nel Principato di Monaco per la Dante Alighieri

Intervista al Pianista Roberto Prosseda nel Principato di Monaco per la Dante Alighieri
Il Pianista Roberto Prosseda a Monte Carlo per l'Associazione Dante Alighieri Comitato di Monaco.

di Angela Valenti DurazzoSuccesso per la conferenza-concerto del pianista Italiano Roberto Prosseda venerdi 1 marzo 2024 al Théâtre des Variétés di Monaco dal titolo “La leggerezza delle Cose”  ispirata alle “Lezioni Americane” di Italo Calvino. La serata, organizzata dall’Associazione Dante Alighieri – Comitato di Monaco , si è svolta sotto l’Alto Patrocinio di S.A.R. la Principessa di Hannover e con il Patrocinio dell’Ambasciata d’Italia nel Principato.

Roberto Prosseda, lei è un pianista di fama internazionale, cosa La ha portata a scegliere anche la strada della divulgazione?

Per me è un’esigenza naturale voler condividere col pubblico alcuni aspetti che secondo me sono molto importanti per capire la musica, per potere godere appieno di un’interpretazione. Non sono, ovviamente, il primo a farlo: pensiamo alle bellissime trasmissioni che faceva Leonard Bernstein per esempio, o Luciano Berio per la RAI…parliamo di oltre 50 anni fa.

Quando ci si rivolge ad un pubblico di non esperti, è più facile spiegare la musica appoggiandosi a concetti già espressi su altri ambiti della cultura. Tra musica, letteratura, cinema, arti figurative sono molti gli elementi in comune, e mi piace fare questo tipo di esperimenti “trasversali”.

Inoltre, c’è chi già conosce bene Calvino e apprezza i concetti che esprime parlando di letteratura: in questo modo, sarà aiutato a scoprire come tutti i concetti sono abbinati anche alla musica. O, viceversa, c’è il musicista cha apprezza Chopin e Bach, ma non ha mai capito Calvino, e che sarà sorpreso di scoprire come la loro musica presenti elementi in comune con le opere letterarie e con il pensiero di Calvino.

E la risposta del pubblico qual è?

Ricevo sempre più spesso inviti a tenere questo tipo di conferenze-concerto, spesso da chi ha visto in televisione le mie trasmissioni. Inoltre, mi piace condividere sui miei canali social alcuni video in cui spiego aspetti delle mie interpretazioni al pianoforte: ho notato che questo tipo di video, in cui suono e parlo, hanno molte più visualizzazioni rispetto a quelli in cui suono solamente, forse perch c’è una maggiore interazione con gli spettatori. Del resto la musica è condivisione, non esisterebbe se non ci fosse nessuno che l’ascolta. Ma, per ascoltare bene, bisogna “sapere ascoltare”. E quindi questo tipo di progetti, che siano dal vivo, per la televisione o per internet, sono pensati proprio per aiutare le persone ad avvicinarsi alla musica e quindi per poterla capire meglio: per creare un rapporto più diretto con il pubblico.

La scelta di Italo Calvino è un caso isolato?

No, non è un caso isolato. Mi interessa molto la letteratura, ed è bello scoprire gli elementi in comune tra musica e letteratura. Ho realizzato vari progetti con attori, tra cui Toni Servillo e Isabella Ferrari, con abbinamenti tra Leopardi e Chopin o Dante e Liszt, o anche con accostamenti più insoliti, come quello recente, tra le Eroine di Ovidio e la musica di Chopin.

Cosa si aspetta stasera dal pubblico del Principato e degli italiani presenti?

Sono molto contento di essere qui, perché è la prima volta che suono nel Principato di Monaco. Mi piace l’idea che questo concerto presenti anche i legami culturali tra Italia e Francia, ad esempio accostando Calvino a Claude Debussy e Eric Satie. Da italiano, credo che sia importante far conoscere la nostra cultura all’estero, suonando autori italiani, e anche proponendo progetti come questo, in cui si creano ponti culturali tra la letteratura italiana e la musica di autori di altre nazioni. Sono certo che questo concerto potrà ricordarci come sia importante, per noi italiani, riscoprire e valorizzare il nostro patrimonio culturale (musicale e letterario), in quanto è un elemento della nostra identità. Italo Calvino, ad esempio, è un esempio della capacità, tipica della nostra cultura, di saper andare e vedere oltre, di cogliere nuove intuizioni e connessioni, e di sapere lasciare delle opere d’arte che restano nella storia.

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