Gino Strada Ricordato dalla Moglie Simonetta Gola al Fermi-Polo-Montale di Ventimiglia

Gino Strada Ricordato dalla Moglie Simonetta Gola al Fermi-Polo-Montale di Ventimiglia
Simonetta Gola (nella foto la terza a sinistra) moglie dello scomparso Gino Strada, medico e fondatore di Emergency, ha ricordato agli allievi delle scuole come "Gino non amasse essere definito 'eroe', ritenendo che così fosse negato il potenziale eccezionale che ciascuno di noi può realizzare. Una vera dichiarazione di fiducia nelle nuove generazioni e nel potere che hanno di operare finalmente la svolta”; Ft. Istituto Fermi/Polo/Montale.

PRESENTATO NELLA CITTÀ LIGURE CHE CONFINA CON LA FRANCIA L’ULTIMO LIBRO SCRITTO DA GINO STRADA “UNA PERSONA ALLA VOLTA” EDITO DA FELTRINELLI.

nota stampa “Lo scorso 21 ottobre, presso l’Aula Magna Petrognani, una rappresentanza di tutte le classi Quinte dell’Istituto Fermi-Polo-Montale di Ventimiglia ha ricordato – a pochi mesi dalla sua scomparsa – il fondatore dell’organizzazione umanitaria Emergency, Gino Strada, attraverso la viva voce di chi con lui ha condiviso vita privata e professionale: la moglie, Dott.ssa Simonetta Gola, attualmente responsabile della comunicazione e della raccolta fondi per Emergency, ha presentato l’ultimo libro scritto da Strada, “Una persona alla volta”, edito da Feltrinelli.

Ad introdurla, la Dirigente Scolastica dell’Istituto Dott.ssa Antonella Costanza, che ha ricordato come la presenza in città di Gola fosse legata al riconoscimento “Testimone di pace”, premio di 5000 euro assegnato dall’associazione“Scuola di Pace” di Ventimiglia per la costruzione di un ospedale realizzato a Kabul proprio da Emergency.

Presenti all’evento perciò anche Fulvio Fellegara di “Scuola di Pace” insieme a Luciano Codarri e Matteo Lupi della Spes, promotori di iniziative di solidarietà simili a questa ma anche a sostegno delle fasce più fragili del nostro stesso territorio: da un lato crocevia di migranti che fuggono da realtà di guerra, dall’altro realtà sociale duramente messa alla prova da un tasso di povertà fra i più alti del Nord Italia, luogo dunque che – dice Fellegara – sebbene non minacciato dalle bombe di una guerra in piena regola, bene può comprendere il dramma di chi in “pace” non è, per attivarsi con azioni concrete.

E poi la scelta di Simonetta Gola, quella di “accompagnare” i ragazzi verso il racconto di ciò che Gino Strada era, attraverso la proiezione del cortometraggio “A guerra finita”, presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia dal disegnatore e animatore Simone Massi: 4 minuti e venti secondi in cui le guerre che hanno straziato il Novecento rivivono nei mille volti delle loro vittime civili, in illustrazioni ridotte al nocciolo duro del loro orrore dall’essenzialità del bianco e nero e dei rumori che, macabri, riecheggiano in ogni guerra: pianti, singhiozzi, sirene, esplosioni, affanni. La voce fuori campo è quella di Strada.

Così il fuoco dell’attenzione si sposta sull’essenziale, proprio come voleva Gino: la verità di tutte le guerre sono sempre le vittime, come l’abolizione della guerra è sempre un dovere etico, ancor prima che costituzionale. Questo il cuore pulsante del suo pensiero e, dunque, il fil rouge che ha animato l’intero incontro. Dopo aver ricordato l’eccezionalità della biografia di Strada – da subito poco incline adesercitare la professione laddove non avrebbe fatto realmente la differenza – Simonetta Gola propone ai ragazzi l’esempio fallimentare dei 20 anni di guerra in Afganistan: prova evidente di come la guerra non possa più essere un’opzione.

Sull’onda del ricordo di un Gino Strada agli esordi della sua avventura con Emergency – “spirito guida” di un team impaurito dai milioni di ostacoli che allora parevano frapporsi alla realizzazione dell’obiettivo – Gola sprona poi gli studenti a fare la propria parte, iniziando dalla realtà sociale a loro più vicina: perché, come diceva Gino, “da qualche parte si deve pur partire”.

Gino Strada Ricordato dalla Moglie Simonetta Gola al Fermi-Polo-Montale di Ventimiglia

Presentato nella Città Ligure l’ultimo libro scritto da Strada, “Una persona alla volta”, edito da Feltrinelli; Ft. Istituto Fermi/Polo/Montale.

 

E infine la riflessione che dal piano ideale riporta il discorso a quello concreto: perché non investire sulla pace e la Sanità invece che sulla guerra e le armi, per costruire il cambiamento di cui più c’è necessità, quello culturale?

L’ultima parte dell’incontro, introdotta dal Referente Legalità prof. Michele Palmero con la lettura del brano “Un medico” di Fabrizio De André, ha messo al centro le riflessioni degli studenti: cosa avrebbe pensato oggi Strada della guerra in Ucraina? Quali “segni” lascia nell’anima lavorare in zone di guerra? Cosa sarebbe successo se i 2000 miliardi spesi dagli USA per la guerra in Afganistan fossero stati investiti nella Sanità e nella pace? Perché la necessità di un Programma di Emergency in Italia?

Il dibattito ha così da un lato permesso di ribadire la necessità di un’etica contro la guerra, dall’altro ha ridefinito il concetto tradizionale di pace, estendendone il diritto non solo alle vittime di guerra ma anche alle fasce più emarginate del nostro paese: poveri, anziani, migranti e braccianti per cui Emergency attiva i suoi ambulatori anche in Italia.

Infine, in risposta alla richiesta della Dirigente Scolastica di condividere un ricordo caro di Strada, Simonetta Gola conclude come meglio non si sarebbe potuto di fronte ad un pubblico di giovanissimi: rammenta come Gino non amasse essere definito “eroe”, ritenendo che così fosse negato il potenziale eccezionale che ciascuno di noi può realizzare. Una vera dichiarazione di fiducia nelle nuove generazioni e nel potere che hanno di operare finalmente la svolta”.

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