Poesie e Racconti ai Tempi dell’Epidemia: la “Ribellione” del Mondo Animale

Poesie e Racconti ai Tempi dell'Epidemia: la "Ribellione" del Mondo Animale
Ft.Valeria Strogoteanu

di Maria Grazia Casagrande

Ai tempi dell’epidemia anche gli animali scoprirono che dovevano rispettare delle regole; l’ultima delle quali era che dunque, anche loro, avrebbero dovuto restare chiusi in casa per un po’ di tempo.

Questa fu una novità che sollevò urla e versi terribili, perché da sempre gli animali erano abituati a vivere in libertà.

Le lepri non ne volevano certo sapere di smettere di correre, le scimmie volevano continuare a dondolarsi da un albero all’altro, i cani adoravano scavare buche nei giardini per nascondere ossi, e fecero sapere che per nulla al mondo ci avrebbero rinunciato.

I gatti troppo altezzosi per discutere, proseguirono a passeggiare sui tetti come se niente fosse, gli scoiattoli preoccupati per il sopraggiungere dell’inverno volevano assolutamente uscire per fare incetta di noci e nocciole, e le galline chissà perché, tutto d’un tratto volevano addirittura imparare ad andare in bicicletta.

Gli orsi erano gli unici a non protestare, ma non certo per rispetto delle regole o mancanza di coraggio; quanto perché, essendo immersi in un profondo letargo, non si erano neanche accorti di tutto quel bailamme.

I predatori, visto che non volevano rinunciare a catturare zebre e giraffe, furono quantomeno costretti a mantenere doverose distanze di almeno 10 metri l’uno dall’altro durante la caccia.

Gli eleganti giaguari vennero puniti per la loro eccessiva velocità, e fu loro concesso di cacciare solo dopo essersi legati un’ancora sulla coda.

Il cielo era sereno ma gli uccelli volavano solo a turni di due. Il mare era limpido come un cubetto di ghiaccio, ma i pesci erano talmente pochi che si vedeva solo qualche sardinaqua e là. Anche le api dovettero adattarsi ad andare una alla volta a succhiare il nettare mantenendo bene le distanze; perfino le formiche, sempre così laboriose ed ora costrette all’ozio, si erano costruite delle amache sulle quali darsi alla lettura di minuscoli libretti di istruzioni per costruire areoplanini con cui poter volare lontano.

Al leone, che era il Re della foresta, e alla tigre – sua indiscussa alleata – venne dunque dato il gravoso incarico di mantenere l’ordine: e fu così che, unite le loro forze, fermarono gruppi di canguri che saltavano nelle piazze, multarono volpi che uscivano in piena notte a far baldoria per le strade, e dovettero anche intervenire a sciogliere pericolosi assembramenti di foche che si ostinavano a giocare a palla facendo gran rumore di versi.

Controllarono insomma ogni ramo, ogni tana, ogni fiore, ma non riuscivano a far più di due passi senza incontrare gruppi di disubbidienti che passeggiavano incuranti delle regole imposte.

Fu così che, colti dallo scoramento, di fronte all’ennesimo ribelle presero ad urlare: “Lo volete capire si o no che non si può saltellare, né correre a gruppetti, né tanto meno dondolarsi sugli alberi o ronzare rumorosamente! Insomma non potete scodinzolare in giro perché è troppo pericoloso e ne va della nostra vita: dovete stare in casa!”

Tutti gli animali s’infuriarono ancor di più, e chi prese ad abbaiare, chi a nitrire, chi a cinguettare con gran foga perché non era parte della loro indole lo stare fermi, non sdraiarsi al sole o non uscire dalle tane per procurarsi il cibo.

Fecero così tanto baccano che d’un tratto si sentì il terreno tremare, tutti si zittirono e si stupirono nel vedere far capolino una lumaca che stava proprio lì accanto. Dall’alto della sua piccolezza lei si guardò intorno con un certo fastidio, si schiarì la voce e infine pronunciò queste precise parole: “Io non riesco a capire che cosa sia tutto questo baccano, mi state davvero infastidendo con le vostre discussioni; io, peraltro, proprio non riesco a capire cosa ci sia di così strano a restare in casa!”

E così com’era comparsa sparì nel suo guscio per riprendere le sue faccende di sempre, e qualcuno giurò d’averla sentita persino cantare.
Tutti gli altri animali restarono ammutoliti da tanta saggezza in un essere così piccino, e così con la coda fra le gambe se ne andarono ognuno verso la propria tana, rimuginando sul da farsi per adattarsi a quella novità.

 © Maria Grazia Casagrande

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Ft.Mikhail Vasilyev

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