di Angela Valenti Durazzo – C’era tutto Dino Buzzati nella descrizione talvolta ironica e paradossale di ciò che la vita riserva, andata in scena nello spettacolo teatrale di Enrica Barel e Filippo Usellini (del Teatro delle Anime Antiche di Milano) al Théâtre des Variétés di Monaco per iniziativa dell’Associazione Dante Alighieri, il cui obiettivo è, com’è noto, la promozione e diffusione della lingua e cultura italiana.
Una rappresentazione teatrale che ha destato molto interesse nel pubblico, portando in scena i racconti del celebre giornalista e scrittore italiano (1906-1972) la cui opera più conosciuta è “Il Deserto dei Tartari”.
Alla serata infatti erano presenti, oltre al presidente dell’Associazione Giuseppe Sarno e la direttrice Grazia Soffici, il ministro degli Interni di Monaco Patrice Cellario, il direttore degli Affari Culturali Jean- Charles Curau e il direttore dell’Educazione Nazionale Isabelle Bonnal.
“W Buzzati” era il titolo dello spettacolo che ha mostrato al pubblico presente, con il tono narrativo fiabesco tipico dell’autore, temi universali come la gelosia, la giovinezza umiliata, la paura della morte, il ricordo, il destino, l’illusione.
Un tema, quest’ultimo, caro a Dino Buzzati e con il quale la rappresentazione monegasca ha avuto inizio. L’autore infatti fotografa con ironia persino le illusioni di chi scrive, categoria a cui lui stesso appartiene. “Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più – recita il testo – Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare. (Forse)”.
Escono da un baule verde (nella foto sotto) posto al centro della scena Enrica Barel e Filippo Usellini, e diventano portatori di sentimenti e domande esistenziali attraverso l’interpretazione dei testi di Dino Buzzati . Snocciolano temi come la gelosia (rappresentata nella foto d’apertura), la frenesia del lavoro e della vita che può portare fino ad accantonare e dimenticare un amore, il ricordo dei compagni di scuola e la paura del futuro.
“Come accade – spiegano alla Dante Alighieri – quando ci si sveglia da un sogno che ci è sembrato più vero della realtà stessa”.
“Questo progetto è nato da una passione – raccontano i due attori – personaggi dei racconti, prigionieri delle pagine di un libro, si sono dinamizzati e, grazie all’immaginazione, hanno letteralmente preso corpo fino a staccarsi dalla carta e a interagire nello spazio. Le loro storie, frizzanti e grottesche, ci hanno fatto sorgere delle domande che, al di là delle opinioni personali, sono comuni a tutti gli uomini. La Dante di Monaco ci ha offerto l’occasione di rendere omaggio ad uno straordinario scrittore italiano, Dino Buzzati, la cui memoria, in patria e all’estero, rimane attraverso gli anni sempre viva”.
Ed ecco al termine della serata a dominare il palco e a catturare l’attenzione del pubblico è nuovamente il tema del destino. “In qualche lontana città che non conosci e dove forse non ti accadrà di andare mai – esordisce Enrica Barel – c’è uno che ti aspetta. In una antica angusta stradetta della sterminata città orientale, là dove si nascondono gli ultimi segreti della vita, giorno e notte resta aperta per te la porta del suo palazzo favoloso…”
Un destino ineluttabile ma che ci riserva dunque una “porta”:
“…forse egli è di là dalla porta, bada, nella stanza accanto; non parla, non tossisce, non si muove, non fa nulla per richiamare l’attenzione. A te scoprirlo. Ma tu, uomo, non ti alzi nemmeno, non apri la porta, non accendi la luce, non guardi. Oppure, se vai, non lo vedi…”.
Alla serata dedicata al giornalista e scrittore del ‘900, ne seguirà un’altra, sempre organizzata dalla Dante Alighieri, giovedì 22 marzo, su Nino Manfredi, uno degli attori più amati del cinema italiano, scomparso nel 2004. L’omaggio avrà luogo proprio nel giorno della nascita dell’attore e vedrà come ospiti d’onore la figlia, Roberta Manfredi e il regista Alberto Simone, che regaleranno al pubblico una breve presentazione dell’uomo e dell’artista prima della visione della versione restaurata del film “Pane e Cioccolata” (sottotitolato in francese).
Sulle recenti iniziative dell’Associazione Dante Alighieri di Monaco si veda:
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