UN GIORNO INDOSSANDO LA VITA
Oggi che il filo corre incerto sotto le mani di improvvisata sarta, mi serve ricordare il giusto verso delle cose che tu tracciavi senza mai alterarne il senso, come fosse la prima volta che accadeva che donna ricamasse con mano certa e mente aggrovigliata.
Ciò che riposa senza un’apparente direzione,
accatastato nella soffitta di quel tempo di certezze,
negli scatoloni sparsi nella stanza senza una logica apparente,
un giorno ha indossato la vita.
Abiti, cappelli a larghe falde,
fiori secchi nelle pagine dei libri,
fotografie che fissano un sorriso che era vivo,
sulla carta.
Un sorriso tra gli infiniti sorrisi di persone quasi uguali
è sembrato cosa straordinaria e nuova in quel momento,
come fosse il primo cielo azzurro
il primo sole giallo
il primo pianto di bambino
la prima volta che ho camminato nel paese dove non c’eri
la prima lacrima che scende.
Non esiste fotografia di un neonato che dica per la prima volta “mamma”
imprimendo sul cuore di colei che lo ha voluto
il senso ricorrente della vita.
Forse a quello pensavi indossando, alla sera, il tuo volto di ferma aspettativa sui miei giorni probabilmente affannosi.
Indossavi per me il tuo migliore abito di vita…“mamma”
© Angela Valenti Durazzo / Un giorno Indossando la Vita / Tratto da QUI DOVE IL NULLA MI APPARTIENE, C.H.R.A. Principauté de Monaco 2017, Egnatia Editore
In Copertina ©Helidon Haliti / Qui Dove il Nulla Mi Appartiene 2016
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