Arriva “MOI” nel Principato di Monaco: la Drammatica Storia della Scultrice Camille Claudel

Arriva "MOI" nel Principato di Monaco: la Drammatica Storia della Scultrice Camille Claudel

di Angela Valenti Durazzo – La stagione 2025-2026 del Teatro della vita di Monaco si apre il 24 Settembre 2025 alle19,30 al Théâtre des Muses con MOI, monologo dedicato a Camille Claudel.

Un’opera teatrale e una vicenda umana e artistica di grande intensità che merita di essere ripercorsa anche dinanzi al pubblico del Principato.

Moi, di Chiara Pasetti, regia di Alberto Giusta, con Lisa Galantini, porta sul palco e si ispira, infatti, alla drammatica esistenza dell’artista Camille Claudel (1864-1943) scultrice francese e artista di eccezionale talento che, riporta il testo dell’associazione monegasca presieduta da Carolina Labadini Mosti “frequentò l’Accademia Colarossi a Parigi dove conobbe lo scultore Auguste Rodin, di cui divenne allieva e modella e con il quale intrecciò una relazione tormentata, dall’epilogo doloroso per entrambi”.

Gli anni del manicomio

Una storia di amore e arte, dunque e una produzione scultorea importante. La Claudel infatti, donna autonoma e capace di sfidare le convenzioni del tempo, è autrice di una serie di opere eccezionali, tra cui citiamo: la Valse (il Valzer), L’Âge mûr (L’Età matura), e numerose altre.

Nel 1913, nonostante il successo, Camille iniziò a isolarsi, fino a essere internata presso una clinica psichiatrica su richiesta della madre e del fratello, lo scrittore Paul Claudel. Inizia, quindi per la donna un destino doloroso che durerà fino alla morte, in manicomio, dopo trent’anni di internamento, nonostante le molte lettere in cui chiedeva di tornare a casa. L’artista sarà addirittura sepolta in una fossa comune nel cimitero dell’ospedale.

La riscoperta di Camille Claudel

A fine Novecento inizia la riscoperta artistica di Camille Claudel e la sua figura è al centro di una serie di mostre e cataloghi fino a che, nel 2017, viene aperto il primo museo a lei dedicato, a Nogent-sur-Seine: il Musée Camille Claudel. Ma le sue opere sono esposte anche al Musée d’Orsay e al Musée Rodin a Parigi.

L’esistenza di Camille, che assurge a simbolo di uomini e donne che hanno subito un analogo destino, ha ispirato dunque Chiara Pasetti a scrivere un libro e un monologo teatrale, intitolato, appunto MOI. Una pièce che è stata rappresentata, in questi anni, tra l’altro, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, poiché la vicenda esistenziale di questa artista, ricostruita anche grazie alle sue corrispondenze, appare, come riporta una nota, “una storia di violenza, di reclusione forzata, abbandono e isolamento voluti dalla sua stessa famiglia. Ma anche di talento, arte, passione”.

 

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Nell’immagine: un momento del monologo teatrale ispirato alla storia di Camille Claudel.

 

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