Intervista a Caterina Caselli a Monte Carlo: “sono stata fortunata perché la musica mi ha dato tante soddisfazioni”

Intervista a Caterina Caselli a Monte Carlo: "sono stata fortunata perché la musica mi ha dato tante soddisfazioni"

di Angela Valenti Durazzo – Lo sguardo sorridente come quello degli esordi; la voce inconfondibile che richiama intramontabili successi quali “Nessuno mi può giudicare”, “Perdono”, “Insieme a te non ci sto più” . “Sono stata fortunata perché la musica mi ha dato tante soddisfazioni” confida la celebre artista dialogando sul palco del gremito Teatro Princesse Grace di Monte Carlo con il giornalista Daniele Doglio.

Caterina Caselli, cantante, poi divenuta discografica e talent scout – capace di lanciare artisti quali Gerardina Trovato, Elisa, Andrea Bocelli, i Negramaro, Malika Ayane, Madame e molti altri – è certamente una figura della musica e della cultura italiana all’estero. Non a caso è stata anche recentemente insignita dell’onorificenza di Cavaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.

Abbiamo posto qualche domanda a questa importante artista, prima del docu-film sulla sua vita (Sugar Play 2021 in collaborazione con Rai Cinema), proiettato ieri, 21 gennaio 2025, nella serata organizzata dall’Associazione Dante Alighieri del Principato di Monaco sotto l’Alto Patrocinio di S.A.R. la Principessa Caroline di Hannover e con il Patrocinio dell’Ambasciata d’Italia nel Principato. “Un film sincero” come lei stessa lo ha definito, premiato anche dall’entusiasmo e dall’affetto del pubblico del Principato.

Caterina Caselli: l’importanza dell’unicità

Caterina Caselli “Nessuno mi può giudicare”, è una canzone che come lei stessa dice ha rappresentato “uno stacco rispetto a prima, un momento di libertà per la donna”. Oggi secondo lei a che punto è l’universo femminile?

C’è stato sicuramente un miglioramento, nonostante abbiamo purtroppo una cronaca ogni tanto veramente drammatica…e lì c’è ancora tanto da fare. In ogni caso passi in avanti ne abbiamo fatti, ma diciamo che si può ancora fare tanto: nelle scuole, nelle famiglie, soprattutto. Talvolta le mamme stesse educano il figlio non nello stesso modo in cui educano la figlia.

In alcune occasioni lei ha parlato dell’importanza dell’unicità, cosa occorre per conquistarla in campo artistico?

È difficile partire da te stesso e dire, beh io sono così e la mia direzione è questa, perché è un discorso che arriva con la maturità. La voce è importate, ha una magia, però da sola non è sufficiente. Il talento da solo non è sufficiente. Occorre carattere, occorre affidabilità, umiltà e coraggio e anche scegliere le persone intorno con le quali puoi costruire qualcosa e poi avere fiducia. Tutti elementi che concorrono all’unicità. Sono poi importanti anche la scelta dell’autore e dell’autrice di una canzone e il testo.

Quale musica ascolta quando è a casa?

Musica classica, le canzoni le ascolto in ufficio. Ascolto spesso Cecilia Bartoli (direttore dell’Opera di Monte-Carlo n.d.r.) è strepitosa ha una voce angelica.

Una frase molto bella di “Insieme a te non ci sto più” del 1968 è “si muore un po’ per poter vivere”. La vita dunque è “conquista “ anche per Caterina Caselli?

La vita ha dei momenti bellissimi e anche dei momenti difficili, però, comunque sia, vale la pena viverla. Sì, quella che ha citato, è davvero una bella frase. E Paolo Conte (che ha scritto la canzone con Vito Pallavicini n.d.r.) è veramente un grande.

 

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Nell’immagine in apetura: Caterina Caselli sul palco del Teatro Princesse Grace dialoga con il giornalista Daniele Doglio; Ft©RosannaCalò

 

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