“Pane e cioccolata” con Nino Manfredi Suscita a Monte Carlo Risate e Commozione; la Figlia Roberta: “mio Padre Apparteneva al suo Pubblico oltreché alla Famiglia” (La nostra intervista).

Pane e cioccolata con Nino Manfredi suscita a Monte Carlo risate e commozione, nela foto Roberta Manfredi e Alberto Simone Ft©arvalens
Monte Carlo: Roberta Manfredi, figlia del grande Nino Manfredi, e il regista Alberto Simone prima della proiezione del film Pane e Cioccolata Ft©arvalens

Di Angela Valenti Durazzo – Una serata all’insegna dell’umorismo e della riflessione quella che ha visto protagonista, per iniziativa dell’associazione Dante Alighieri di Monaco, al Théâtre des Variétés, il film (restaurato) “Pane e cioccolata” con il grande attore, scomparso nel 2004, Nino Manfredi.

Un film del 1973, diretto da Franco Brusati, ed insignito di molti riconoscimenti internazionali.

Tema della pellicola è quello dell’emigrazione degli italiani in Svizzera attraverso la storia di Giovanni Garofoli, Nino Manfredi, cameriere ciociaro in cerca di un lavoro dignitoso per il quale dovrà sopportare molte avversità imbattendosi in una serie di storie drammatiche di migranti suoi connazionali (sul film leggi: https://it.wikipedia.org/wiki/Pane_e_cioccolata ). Alla proiezione monegasca hanno assistito, oltre ad un numeroso pubblico, l’ambasciatore d’Italia nel Principato, Cristiano Gallo, ed il rappresentante del Consiglio Nazionale di Monaco Guillaume Rose.

“Pane e cioccolata” con Nino Manfredi suscita a Monte Carlo risate e commozione

Da Sinistra: Alberto Simone, Giuseppe Sarno e Roberta Manfredi Ft©arvalens

Ma a rendere ancora più significativa la proiezione di Pane e cioccolata a Monte Carlo (e l’esposizione fotografica dedicata all’attore nell’atrio della Salle des variétés) è stata la presenza della figlia Roberta Manfredi e del genero, regista e psicologo, Alberto Simone che ha diretto l’attore in film e telefilm di successo fra cui citiamo Colpo di Luna; la serie televisiva Linda e il brigadiere; Una storia qualunque; Un difetto di famiglia (premiato per la migliore sceneggiatura con la Ninfa d’oro al Festival della televisione di Monte Carlo).

La partecipata visione della pellicola – spiegano alla Dante Alighieri di Monaco, associazione presieduta da Giuseppe Sarno e diretta da Grazia Soffici – di un film che affronta un dramma oggi così attuale come quello dell’emigrazione, ci lascia la speranza che quel cinema e quelle indicazioni sia possibile raccoglierle ancora oggi, al fine di ritrovare quella forza e capacità di affrontare le problematiche che affliggono la nostra società per arrivare a discuterne senza isterismi, ma con la volontà di provare a cambiare le cose in omaggio a Nino Manfredi “.

Nino Manfredi: al jet set preferiva le persone semplici

Ecco alcune domande che abbiamo rivolto a Roberta Manfredi, primogenita del grande attore, e Alberto Simone prima della proiezione del film.

Pane e cioccolata può considerarsi un film attuale?

Roberta Manfredi: E’ assolutamente attuale. Quando l’ho rivisto dopo un po’ di tempo, nel corso di una rassegna nel 2014 in occasione dei 10 anni della scomparsa di mio padre, mi sono resa conto che è un film ancora perfetto per i giorni nostri: come trama, come ritmi, come tempi di recitazione. Non ha lentezze, sembra girato adesso anche nel tipo di umorismo, nel tipo di comicità amara. Oggi siamo abituati ad un altro ritmo, altre immagini, ad un altro tipo di cinematografia. Invece questo film regge al passaggio del tempo. E poi il filo conduttore è nelle mani di mio padre, straordinario…se segui lui non ti stanchi mai, capace di passare dal sorriso al pianto, ha talmente tanti colori, talmente tante sfumature che cattura.

L’umanità che Nino Manfredi esprime nel personaggio di questo e di altri film, come nella magistrale interpretazione di Geppetto nelle Avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, era una caratteristica anche del Manfredi uomo?

Roberta Manfredi: Lui era così, aveva un’umanità che non era costruita e gli veniva proprio dalla sua personalità, dal suo carattere dal suo modo di vivere, di essere.

Alberto Simone: gli veniva anche dall’empatia che aveva con i suoi personaggi. Era un grande osservatore, ha sempre amato stare con le persone più semplici, con le persone più umili rispetto al jet set. Le studiava, le capiva e quindi quando poi portava un personaggio sullo schermo portava la loro vita e le persone si sentivano davvero rappresentate.

Alberto Simone, cosa ha significato per lei dirigere Nino Manfredi?

Prima di tutto scrivere sapendo già per quale personaggio scrivevo, creando cose ad hoc, avendolo in testa. E poi un grande onore vista anche la sua capacità di capire i personaggi e cucirseli addosso, la capacità di andare dentro al personaggio. Lui non si stancava mai di cercare, cercava sempre qualcosa per migliorare.

Quanto è importante far conoscere all’estero la produzione di un così grande attore?

Roberta Manfredi: E’ certamente molto importante. Grazie a mia figlia, che a dieci anni dalla scomparsa del nonno ha voluto realizzare un evento per ricordarlo, ha cercato copie di suoi film, si è fatta dare libri, eccetera, abbiamo fatto una mostra multimediale a Roma e poi  l’abbiamo portata a Parigi, a Los Angeles, a New York. L’ha aiutata moltissimo Andrea Occhipinti con la Lucky Red, che ha restaurato la copia di Pane e cioccolata insieme alla Cineteca di Bologna. Il fatto è che devi andare a scavare in un passato lontano dove la maggior parte della gente che ha partecipato a questi film oramai è scomparsa.

Nino Manfredi “padre affettuoso, ironico, esigente”

“Pane e cioccolata” con Nino Manfredi suscita a Monte Carlo risate e commozione

Ft©Andrea Cabiale

Del Manfredi uomo i due ospiti d’onore hanno parlato anche sul palco rispondendo alle domande di Grazia Soffici della Dante Alighieri:

Cosa è significato essere la figlia di un personaggio così poliedrico?

Roberta Manfredi: mio padre apparteneva al suo pubblico oltreché alla famiglia, è stato un padre molto affettuoso, molto ironico, anche molto esigente, esigeva un grande rispetto, quindi era anche severo, però aveva sempre la capacità di smorzare anche la sua severità perché era un uomo estremamente divertente. Faceva una vita vagabonda non ho mai avuto il piacere di avere mio padre all’uscita di scuola o ad un saggio o in quelle cose magari sceme che però ad un bambino fanno piacere, quindi l’ho sempre un po’ mitizzato. Anche quando era a casa bisognava stare in silenzio perché era nello studio che sceneggiava magari con Zavattini o con De Sica o con grandissimi sceneggiatori della nostra commedia.  Questo però in ogni caso ha reso possibile un rapporto molto bello. Io e mio padre ci assomigliavamo molto ed eravamo anche molto in conflitto. Ci ha fatto anche divertire moltissimo. A tavola eravamo sempre almeno 15 perché lavorando con tutte queste persone si fermavano poi anche a mangiare con noi.

Sulle recenti iniziative dell’Associazione Dante Alighieri di Monaco si veda:

https://monacoitaliamagazine.net/alessandro-preziosi-a-montecarlo-principe-risata

https://monacoitaliamagazine.net/dino-buzzati-umanita-magica-grottesca-racconti-piace-pubblico-monte-carlo

https://monacoitaliamagazine.net/niccolo-paganini-passione-chitarra-mostra-venaria-reale-preziosi-strumenti-illustri-personaggi

Pane e cioccolata con Nino Manfredi suscita a Monte Carlo risate e commozione

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