Roberto e Marina Soriano: la Tradizione Gastronomica Ligure a Tutto Campo

Roberto e Marina Soriano: la Tradizione Gastronomica Ligure a Tutto Campo

La tradizione culturale e culinaria ligure e la voglia di vivere il proprio “rione”; Roberto e Marina Soriano sono fratelli e ristoratori. Lei cuoca e lui addetto all’organizzazione, sono un’istituzione per alcune generazioni di persone che abitano nel quartiere residenziale di Albaro a Genova e nei pressi della piazza Giacomo Leopardi. O meglio lo è il loro locale, la Vegia Arbà, (la vecchia Albaro, in dialetto) trattoria della tradizione gastronomica genovese e ligure nata all’inizio del ‘900 come friggitoria, e come locale dove gustare torte salate e farinate.

I quadri di pittori liguri, le scritte e le fotografie appese ai muri, le dediche, i vecchi ritagli di giornali, i libri in bella mostra all’ingresso del locale di piazza Leopardi, tutto dà il senso di una storia antica e in divenire.

Ed anche il menù è quello dei locali tipici: piccole panisse, cuculli, zuppa di ceci, stoccafisso con verdure, “buridde”, cappon magro, torta pasqualina, immancabile pesto ecc.

Il quartiere si è evoluto, i ristoranti, alcuni dei quali molto rinomati, sono parecchio aumentati in questi ultimi anni “ma per noi l’attaccamento alla tradizione è sempre lo stesso” confidano Roberto e Marina Soriano.

Roberto, ci può riassumere la storia e le caratteristiche della vostra trattoria?

Ho iniziato a lavorare qui nel 1973, succedendo a mio zio Pietro, mio papà Mario e mamma Maria Luisa. Ma non ci siamo solo limitati a cucinare, come locale abbiamo sempre collaborato ad iniziative culturali, sportive, civiche per la valorizzazione del quartiere, come presentazioni di libri, di artisti, premi di pittura ecc. A partire dal 1983 siamo stati anche sede del gruppo culturale Amici di Albaro. Mi è sempre piaciuto andare a scavare nella vita del rione di Albaro, che tra l’altro, come la gran parte di Genova e della Liguria è bellissimo e pieno di storia. Alessandro Pellerano, nei suoi Racconti di Arbà descrive la vita in villa dei personaggi della piazza Leopardi (ad Albaro vi sono infatti molte ville storiche poiché il quartiere sorge su una collina dove i patrizi ed i ricchi genovesi amavano costruire le loro residenze per la villeggiatura estiva n.d.r.).

E da quando avete optato per la cucina tradizionale?

E’ una scelta che per noi va avanti da sempre e che ci premia. E anche se questo è un momento di rivalorizzazione delle tradizioni in cucina, io resto per l’apertura. E’ proprio il nuovo, il progresso, che ti porta a voler conoscere la tradizione. Il nostro locale è la sala di casa. Ed i clienti vecchi e quelli nuovi hanno voglia di conoscere la gastronomia ligure e spesso ci rivolgono domande sui piatti che proponiamo. Per me è fondamentale il rapporto con il cliente, è uno scambio culturale. Per questo mi raccomandano spesso “no cangiâ nìnte!” (non cambiare niente).

Quali sono i piatti che proponete e che più sono graditi da chi frequenta la trattoria?

Antipastini tradizionali, minestrone genovese, trenette al pesto oppure avvantaggiate, fatte con farina integrale e crusca, ovvero un tipo di pasta che una volta non pagava il dazio; trippe, stoccafisso, cuculli, torta Pasqualina. Utilizziamo anche molte verdure, come si usava un tempo e le acciughe, che erano un piatto povero ed oggi sono un piatto per ricchi. Lo stesso vale per il cappon magro, antico piatto tradizionale ligure a base di pesce e verdure.

Per la ricetta del minestrone alla genovese leggi:

http://rz9.0e4.mywebsitetransfer.com/ricette-tradizione-minestrone-alla-genovese-pesto-brichetti

per la ricetta antica della torta Pasqualina:

http://rz9.0e4.mywebsitetransfer.com/torta-pasqualina-specialita-pasqua-tradizione-genovese-ligure-ricetta-antica

Si sente parte dell’ “epoca” degli chef divenuti star della televisione?

Certamente li ammiro, anche se noi non andiamo ad inventarci cose troppo elaborate. Ovviamente anche nelle ricette tradizionali aggiungiamo il tocco dello chef. Mia sorella, infatti, ai fornelli è un vero talento.

Nella foto Roberto e Marina Soriano nella loro trattoria

Sul quartiere genovese di Albaro: Riporta Agostino Giustiniani nel 1537 negli “Annali della Repubblica di Genova”: “…la struttura delle magnifiche case è superbissima; fra le quali ville hanno eccellenza quella che edificò Andrea Cicero, quella di Vincenzo Sauli, quella di Alessandro di Nigrone, e quella di Cosmo Damiano Giustiniano: è certo che tutte particolarmente hanno in loro qualche cosa degna di laude: ed i cittadini le abitano con grandissima comodità».

Per saperne di più vedi: https://it.wikipedia.org/wiki/Albaro

ed anche “Una vita in villa, usi e costumi nella campagna di Albaro” Antonio Ravaschio, Sagep Genova 1984

La collina di Albaro, Antonio Giolfi 1769 Museo Galata di Genova

La collina di Albaro, Antonio Giolfi 1769 Museo Galata di Genova

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