Sciascia e Pasolini Raccontati nel Principato di Monaco da Davide Luglio e Bruno Pischedda

Sciascia e Pasolini Raccontati nel Principato di Monaco da Davide Luglio e Bruno Pischedda
Un momento della serata dedicata nel Principato di Monaco a Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini, in occasione della ricorrenza dei 100 anni della nascita dei due scrittori (2021-2022).

Polemisti, opinionisti, capaci di contrapporsi al pensiero unico dominante; testimoni dei cambiamenti della storia, acuti osservatori della realtà italiana. Ma soprattutto, oltre che due fra i più grandi scrittori del Novecento italiano, intellettuali in grado di vedere e prevedere l’evoluzione di un mondo nel quale attecchivano i primi semi della società odierna. Ben si addice, dunque, a Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini la definizione di “ultimi eretici” scelta per il titolo della conferenza di Davide Luglio e Bruno Pischedda nella serata che la Dante Alighieri di Monaco ha organizzato lunedì 28 novembre al Théâtre des Variétés di Monaco. Un evento,con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia, coinciso con la ricorrenza dei 100 anni della nascita di Sciascia e Pasolini (2021-2022).

Cento anni sono molti – ha esordito Bruno Pischedda, docente e scrittore, rivolgendosi al pubblico di soci ed amici della Dante – eppure di Sciascia e Pasolini non si è mai smesso di parlare. Sono due figure accomunate dall’essere intellettuali non solo impegnati, ma impegnati nel confronto civilmente sempre molto acceso, incandescente con il potere. Tutti e due ci hanno lasciato un’eredità letteraria ingente e grandi polemiche e dibattiti, alcuni dei quali ancora vivi e attuali”. Fra questi vi sono anche quelli relativi alla tematica dell’aborto da parte di Pasolini, oppure le sue accese critiche verso la nascente società dei consumi che, come ha sottolineato Davide Luglio, contro una particolare forma di “totalitarismo”, ovvero contro “un nuovo tipo di società che standardizza tutto, omologa tutto, cancella le differenze e ci rende in qualche modo tutti uguali”. La società dei consumi e del superfluo, argomento ancora oggi di stretta attualità.

Ma perché l’utilizzo del termine eretici nel caso di queste due straordinarie personalità italiane?

A dare una risposta in apertura di serata è la presidente della Dante Monaco, Grazia Soffici, leggendo un passo in cui lo stesso Sciascia afferma: “L’eresia è di per sé una grande cosa e colui che difende la propria eresia è sempre un uomo che tiene alta la dignità dell’uomo. Bisogna essere eretici, rischiare sempre di essere eretici, se no è finita…”.

Sciascia e Pasolini Raccontati nel Principato di Monaco da Davide Luglio e Bruno Pischedda

Sciascia e Pasolin: “due figure accomunate dall’essere intellettuali non solo impegnati, ma impegnati nel confronto civilmente sempre molto acceso, incandescente con il potere. Tutti e due ci hanno lasciato un’eredità letteraria ingente e grandi polemiche e dibattiti, alcuni dei quali ancora vivi e attuali”.

“Eresia”, come ci hanno mostrato i professori Pischedda e Luglio analizzando la figura e gli scritti dei due autori, diventa dunque sinonimo di dignità, di anticonformismo. Sciascia si mostra infatti uno spirito libero. È anche speranzoso e dolente osservatore della sua terra natale, per la quale mostra un sentimento tenace. “Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando”, scrive l’autore nato a Racalmuto, nell’agrigentino, nel suo libro “Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia”. Un modo di sentire vorace e appassionato che lo accomuna nuovamente a Pasolini. “Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile”, affermava quest’ultimo.

E l’affinità esistenziale fra i due scrittori, pur nelle differenze caratteriali, oltreché la capacità acuta di analisi, sottolineata anche dai testi recitati nel corso della serata da Pietro Conversano, porta Sciascia nel famoso passo de “L’Affaire Moro” (1978) a definire l’amico poeta, già tragicamente scomparso da alcuni anni, “fraterno e lontano”anche se “di una fraternità senza confidenza, schermata di pudori e, credo, di reciproche insofferenze”.

Applausi e grande interesse tra il pubblico in presenza del Consigliere Nazionale Daniel Boeri e di Monique Brnjack in rappresentanza del Commissario Generale de l’Educazione Nazionale, Isabelle Bonnal.

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