di Angela Valenti Durazzo
«Corpu martirisau, cun üna barc’vela
I venti e a mar fint’a nui T’an purtau
Da chel’ura ün poei a To’Santa Tütela
U nostru Principatu ün paije à gardau.
Oh corpo martirizzato, in una barca a vela
Iventi e le correnti fino a noi ti hanno portato
E da quest’attimo sotto la tua santissima stella
Il nostro Principato in pace dimora.
Prutege u Suvran, a So’cara Famlya
U me picin Païse e cheli che ghe stan
Permet’a tüti nui de viv’ün armunia
Per iesse sempre prunti a se da üna man.
Custodisci il Sovrano e la sua cara famiglia
Il nostro piccolo paese e i suoi cittadini
Permetti che viviamo in perfetta armonia
Per essere sempre pronti a darci la mano.
Pruteg’a zuventü e daghe u curage
A Fede a Sperança ünt’ün deman seren
Chela fraternita che voe che se partage
Cun chelu scunusciüu, u nostru fral tamben.
Proteggi i nostri figli, dà loro il coraggio
La fede e la speranza di un avvenire sereno
Questa fraternità che vuole che si condivida
Con gli sconosciuti, i nostri fratelli di domani».
E’ la chiesa dove la Principessa Charlene il 2 luglio 2011, subito dopo avere detto sì al Principe Alberto, ha deposto il bouquet di nozze, proprio come prima di lei aveva fatto Grace di Monaco.
Un gesto segno della fede e tradizione del popolo monegasco, che non a caso ha avuto come teatro la chiesa di Santa Devota, piccola e scarna costruzione incastonata tra i grandi palazzi, lambita dal circuito del Grand Prix di Formula 1 e posta di fronte al Port Hercule con i suoi mega yacht.
La cappella dedicata alla santa patrona del Principato, infatti, rappresenta il cuore pulsante della Condamine. L’iscrizione posta a destra sulla facciata riporta «La cappella di Santa Devota fondata nei primi tempi del cristianesimo sulla tomba della martire patrona del Principato e appartenuta dall’XI° secolo fino al 1793 all’Abazia di San Pons nei pressi di Nizza, restaurata ed ampliata dal Principe Charles III è stata nuovamente inaugurata solennemente il 26 gennaio 1871 ed è diventata chiesa parrocchiale il 15 marzo 1887».
L’INTERCESSIONE DELLA SANTA PATRONA NEI MOMENTI DIFFICILI DELLA STORIA DEL PRINCIPATO
La cappella votiva fu dunque edificata nel luogo ove nel IV secolo la tradizione vuole si sia arrestata l’imbarcazione che trasportava il corpo della martire del cristianesimo nata in Corsica. Sul sagrato della chiesa, infatti, si trova oggi una scultura in marmo e bronzo realizzata nel 1998 da Cyril de La Patellière che rappresenta Devota, protesa in avanti, su una fragile barca portata dai flutti, con una colomba fra le mani per indicarle la rotta.
Alcuni dipinti giunti fino ad oggi raffigurano la santa (patrona anche della Corsica). Tra questi l’opera di un anonimo (foto sopra) raffigura la martire, dipinta con le mani giunte, che volge lo sguardo verso una colomba che ha tra le zampe la corona e la palma del martirio e dinanzi a sé un leggio con lo stemma della famiglia Grimaldi.
Molto noto è il polittico di Santa Devota di un anonimo, di scuola ligure, della fine del XV secolo, raffigurante la patrona di Monaco fra San Giorgio e Santa Lucia conservato nella Cattedrale di Monaco (per saperne di più si veda: http://monacoitaliamagazine.net/la-cattedrale-di-monaco-ed-il-mito-di-grace-kelly).
Ma sono frequenti i segni della devozione degli abitanti di Monaco a questa Santa anche per le strade del Principato (vedi la ruelle Sainte Devote alla Rocca) e le immagini che la rappresentano come quella, di grande intensità e suggestione, che la ritrae genuflessa, sulla facciata di un edificio sempre nel quartiere della Rocca (foto sopra).
SANTA DEVOTA NELLA CHIESA DI DOLCEACQUA IN LIGURIA
Segnaliamo, invece, oltreconfine la Pala d’altare realizzata da Ludovico Brea intorno al 1517 e conservata nella Chiesa parrocchiale di Dolceacqua (recentemente esposta a Monaco nella Chiesa di Santa Devota).
Una devozione che dà vita anche ad una serie di eventi e celebrazioni. La tradizione vuole che ogni 26 gennaio, al mattino, si celebri, nella chiesa di Santa devota, la Messa delle tradizioni monegasche in lingua monegasca. Al calar della sera, sempre lo stesso giorno, sul Quai Albert I giunge la barca simbolica con le reliquie, seguita dalla processione fino alla Chiesa di Santa Devota dove, dopo la benedizione del Santissimo Sacramento, di fronte alla chiesa viene incendiata in memoria della santa per mano del Principe Alberto II e della famiglia del Principe, alla presenza dell’Arcivescovo di Monaco, di numerose personalità e dei fedeli.
Il 27 gennaio, giorno della festa patronale, in Cattedrale avviene il ricevimento delle reliquie e la Messa Pontificale seguita dalla processione sulla Rocca con la benedizione del Palazzo, della città e del mare.
«L’attaccamento dei Grimaldi e della popolazione monegasca a Santa Devota – confermava d’altronde il principe Ranieri nella prefazione del libro di Claude Passet «Sainte Dévote. Images d’Histoire, histoire d’images» – martirizzata nell’anno 304 della nostra era, a seguito delle persecuzioni romane contro i cristiani, rileva nello stesso tempo il culto e la tradizione…la presente opera testimonia la fervente devozione che la mia Casa e la mia Famiglia non cessano di portare verso colei che, nei momenti difficili della nostra storia, noi non abbiamo mai implorato invano».
Parole queste che rendono attuale l’antica preghiera a Santa Devota che abbiamo riportato in apertura dell’articolo «Custodisci il Sovrano e la sua cara famiglia. Il nostro piccolo paese e i suoi cittadini».
E’ per sua intercessione, secondo la credenza popolare, che cesserà il flagello della peste del 1631. Mentre nel XVI secolo, durante un assedio della fortezza da parte dei genovesi e dei pisani, si narra che la santa sia apparsa in sogno ai monegaschi assicurando loro la protezione divina e la vittoria. E da quel momento, per più di sei mesi, gli attacchi dei nemici verranno respinti fino a che, il 15 marzo 1507, i genovesi dovranno abbandonare l’assedio.
Dunque il fervore religioso della famiglia Grimaldi e della gente comune si è tradotto negli anni, come si legge nel già citato volume di Claude Passet «in una delle più antiche tradizioni del Principato di Monaco, che ha impregnato la cultura nazionale in campi così diversi come la religione, il folklore, le credenze popolari, la storia, la letteratura, l’arte, la pittura, la musica, la numismatica e la filatelia».
LA STORIA DELLA SANTA
Ma alla vergine e martire nata in Corsica sono dedicati anche libri, incontri, manifestazioni. Nel 1927 il libro in lingua monegasca del poeta Louis Notari è proprio rivolto alla leggenda di Santa Devota (« A legenda de Santa Devota »).
La tradizione vuole che Devota nasca nel 283 in Corsica. Vittima della persecuzione contro i cristiani viene arrestata, ma non rinnega la sua fede fino alla fine. Il suo corpo viene martirizzato ma i cristiani sopravvissuti riusciranno a salvare i resti della donna dal rogo e, per evitare ogni profanazione, lo deporranno su una barca perché possa avere una degna sepoltura. L’imbarcazione approderà, come già detto, a Monaco incagliandosi su un cespuglio di fiori molto precoci per la stagione ancora fredda.
«Come quello d’Agnese, d’Agata, di Lucia, di Cecilia e d’Anastasia – affermava il Cardinale Baggio nel 1980, nel corso della fasta patronale – la sua è una storia affascinante e patetica, impregnata di soave poesia. È il fanatismo che si accanisce contro la fede, l’onore e la libertà; è la brutalità che imperversa contro la castità, la bellezza, la giovinezza, la fragilità, non rispettandone neanche la salma; ed è la pietà, la tenerezza dei fedeli che mettono al sicuro le preziose reliquie, diventate oggetto d’amore e d’ispirazione, e che tramandano il ricordo del doloroso e ammirevole avvenimento».
Articolo tratto da l’Editoriale, Principato di Monaco, Primavera 2013
Clicca qui per mettere “mi piace” alla nostra pagina facebook
Per Altri Articoli di Monaco Italia Magazine CLICCA QUI