Carlo Ravano: Ricordo dell’Armatore che ha Vissuto tra Genova e Monaco

Carlo Ravano, l'armatore che ha vissuto tra Genova e Monaco

Riportiamo l’intervista  dell’agosto 2011 al comandante Carlo Ravano esponente – deceduto nel 2015 – di una grande famiglia genovese del ‘900, come egli stesso la definiva nel sottotitolo del libro “97 Traversate” (De Ferrari 2013).

Trasferitosi a Monaco con la famiglia, anche nel Principato Ravano ha rivestito ruoli prestigiosi. Una “vita ricca e fortunata che ho pensato di raccontare quale testimonianza di un armatore, perché nonostante tutto tale ancora mi sento” scriveva nella “lettera al lettore” all’inizio del suo citato libro.

Ci siamo incontrati nel 2011 nella vecchia sede dello YCM. Ricordo fra le tante personalità di Monaco che ho incontrato, quell’intervista in modo particolare, per la profondità e l’acuta sensibilità di quel gentiluomo profondamente legato al mare.

di Angela Valenti Durazzo

Una vita dedicata al mare ed alla navigazione quella di Carlo Ravano, esponente ottantenne della nota dinastia ligure di armatori e commodoro dello Yacht Club di Monaco dal ’99. Un ruolo di prestigio, quest’ultimo, che nel Paese dei megayachts e del Monaco Yacht Show é dunque affidato ad un genovese purosangue.

«Ho la fortuna di avere fatto un mestiere che mi ha permesso di girare il mondo di essere stato armatore – dice Carlo Ravano –  ma oggi l’armamento con capitale familiare é quasi scomparso ed i tempi degli Onassis, dei Niarchos sono lontani».

A Monaco la vela é uno sport molto diffuso nelle giovani generazioni, lo yachting è una passione non solo per pochi, i panfili da 100 ed oltre metri sono una presenza abituale. Le navi da crociera spesso ormeggiate nel Porto, intaccano da qualche anno con la mastodontica sagoma l’armonioso profilo del Port Hercule svelando la vocazione marittima del regno dei Grimaldi. Direttore Generale dal 2006 della Società di Gestione dei Porti di Monaco (SEPM) è un altro ligure, Giovanni Battista Borea d’Olmo, nato a Sanremo. 

L’avventura «per mare» della famiglia Ravano ha inizio alcuni secoli fa. Pioniere è Nicolò Accame, padrone di una nave a vela nel 1770, ai tempi in cui la gloriosa Repubblica di Genova, espressione dello spirito mercantile e finanziario di un popolo che custodiva e alimentava le fortune di mezza Europa, mostra le prime avvisaglie del cambiamento epocale che si realizzerà di lì a poco sulla scia della rivoluzione francese. Dopo Nicolò ad intraprendere la via dello shipping sono Luigi, Emanuele, Antioco ed infine Maria Luisa Accame, che sposa Alberto Ravano, padre di Carlo.

«Eravamo sempre in giro per i mari – racconta Ravano, ripensando ai tempi passati – e ne abbiamo viste di ogni genere. Potrei raccontare di tre naufragi che ho vissuto: il primo nelle coste atlantiche americane; il secondo in Canada dove abbiamo dovuto camminare sul ghiaccio a meno 30 gradi per salvarci. Ed infine siamo stati attaccati nel golfo Persico, durante il conflitto dell’Iraq. Ma per fortuna ce la siamo cavata».

Adesso l’armatore che porta con sé l’impronta di Genova – avendo effettuato tra l’altro gli studi all’Arecco ed essendosi successivamente laureato con una tesi in diritto marittimo – naviga in acque decisamente più calme. Dal 1978 Carlo Ravano vive a Monte Carlo dove ha ricevuto dal principe Ranieri III il passaporto monegasco. Nella celebre località il commodoro dello YCM, che é fondatore insieme al genovese Giorgio Righetti della Camera arbitrale marittima del Principato di Monaco, di cui é vice presidente, si é trasferito anche con la moglie Antonietta e i 4 figli: Vittoria, teologa, Claudia, architetto, Clemente, imprenditore e Lorenzo diplomatico, nonché vice ambasciatore di Monaco a Washington.

«Di Ranieri e Grace ho un ricordo indelebile – ricorda – . Lui ha dimostrato una grande intelligenza e sensibilità nel trasformare Monaco da un piccolo principato ad un luogo importantissimo per l’economia di tutta la regione, in un centro di altissima finanza. La Principessa Grace, invece, era la persona più alla mano che abbia mai conosciuto oltreché donna di grande capacità nell’interpretare il proprio ruolo».

Ma come ogni “uomo di mare” e come altri genovesi e imprenditori dello shipping che si sono trasferiti nel Principato, Carlo Ravano non dimentica le radici della sua famiglia.

«Sono rimasto profondamente genovese – confessa – al punto da poterle recitare le strofe di “ma se ghe pensu” in qualsiasi momento (storica canzone il lingua genovese). Non si fida? U l’ëa partiu sensa ûna palanca…».

E il commodoro della prestigiosa istituzione monegasca, sprofondato nei divanetti bianchi dove vip e miliardari sono di casa, adesso sembra diventato come tanti.

Sulla presenza genovese a Monaco leggi anche

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Tratto dal Corriere Mercantile, Agosto 2011

il Porto di Monaco

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