Detti e Proverbi sul Natale in Dialetto Genovese

Detti e Proverbi sul Natale in Dialetto Genovese
Ft.Johannes W

Le festività natalizie ci portano ogni anno a riscoprire le tradizioni ed il folklore incarnati da detti popolari e proverbi che, sebbene talvolta si rifacciano ad usi superati, mantengono inalterato lo spirito e l’osservazione acuta di chi ci ha preceduti.

Così come nelle festività del 2017 avevamo scelto di riportare alcune parole e frasi in lingua monegasca, quest’anno ci spostiamo sul dialetto genovese, di cui il monegasco è parente stretto.

Leggi:https://monacoitaliamagazine.net/fine-dellanno-qualche-parola-frase-lingua-monegasca

Poiché protagonisti a Natale sono il gusto per la buona tavola e il culto della famiglia, i detti su questa festività ce lo raccontano anche sotto il profilo gastronomico, in tempi in cui costituiva ancora più di oggi l’occasione per concedersi rare prelibatezze, nelle categorie privilegiate come in quelle popolari.

Sempre all’esperienza e all’intuito dei “vecchi” erano affidate le considerazioni sulle condizioni del tempo per il giorno in cui si celebra la nascita di Cristo e per l’anno nuovo.

Alcuni Detti sul Natale a Tavola 

A Natalegrosso o piccintûtti portan in tôa o sô bibbin”

A Natale, grosso o piccino, tutti portano in tavola il tacchino

Chi fa i Santi senza becco ö fa Natale secco secco”

Chi nelle festività di Ognissanti non mangia i volatili (becco) fa il Natale secco secco (o anche poveretto).

Il proverbio sottolinea l’usanza genovese di mangiare ad Ognissanti il pollame e a Natale la carne di bovino, suino e ovino (sebbene la tradizione prevedesse anche il cappone e il tacchino, come già riportato). Soprattutto, quindi, pone l’accento sul ruolo della carne in epoche in cui, soprattutto le classi meno agiate, la mangiavano solo in alcune occasioni. Un concetto ribadito anche nel detto:

“Van tanti agnelli a Pasqua quanti bêu a Dênâ”

Van tanti agnelli a Pasqua quanti buoi a Natale.

Natale “magro” invece per chi non ha sufficiente denaro:

“Chi no n’ha e no ne raspa, fa cattivo Natale e pezo Pasqua”

Chi non ne ha e non ne raspa, fa cattivo Natale e peggiore Pasqua.

Detti sul tempo 

Natale a-o barcon e Pasqua a-o tisson”

Natale al balcone e Pasqua al tizzone.

Il proverbio zeneize spiega come, sulla base dell’osservazione popolare, se fa caldo a Natale, si avrà una Pasqua fredda, col tizzone, ovvero attizzando la legna nel caminetto, nella stufa ecc. 

E sempre sul tempo a Natale fa riferimento questo modo di dire:

Freido avanti Dênâ no gh’è dinae da poeilo pagâ”

Freddo prima di Natale non lo paga alcun quattrino.

E lo spirito del Natale fa capolino in altri modi di dire:

No pâ côsa vêa, ma bôxiê dûan da Dênâ a San Steva”

Non pare cosa vera, ma le bugie durano da Natale a Santo Stefano. 

Dunque le bugie durano poco, o hanno le gambe corte, come si dice ancora oggi.

“A veitae e l’êuio vegnan sempre a galla”

La verità e l’olio vengono sempre a galla. 

Infine, proverbi genovesi che valgono per il giorno della natività di Gesù Cristo e per ogni epoca ed ogni tradizione:

Natale o ven unn-a votta all’anno, chi no ne profitta, tûtto a sô danno”

Natale viene una volta l’anno, chi non ne approfitta, è tutto a suo danno.

E per finire: 

“Mangia ti che mangio anch’io e mangemmo tûtti in nomme de Dio”

Mangia tu che mangio anch’io e mangiamo tutti in nome di Dio.

N.B. Nell’articolo si rispettano gli accenti e la forma dei testi tradizionali da cui i proverbi sono stati tratti.

Leggi:

https://monacoitaliamagazine.net/lingua-dialettale-monegasca-parentela-ligure

Johannes W

Ft. Ian Schneider

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