Italiani all’Estero Durante il Coronavirus: il Lockdown ad Antibes di Diego Zunino

Italiani all'Estero Durante il Coronavirus: il Lockdown ad Antibes di Diego Zunino

di Angela Valenti Durazzo

Mentre la Francia va verso la fine del lockdown prevista, seppur con restrizioni e differenze tra le diverse aree l’11 maggio, e nel Principato di Monaco, invece, si riparte gradualmente da domani, lunedì 4 maggio (per saperne di più LEGGI), sotto il profilo professionale ed umano è tempo di bilanci. 

Abbiamo intervistato su questo argomento Diego Zunino, italiano di Albisola Marina, in provincia di Savona, che vive ad Antibes e Ricercatore di strategia e imprenditorialità (Assistant Professor of Strategy and Entrepreneurship ) dal 2018 alla SKEMA Business School di Sophia Antipolis.

E se è vero che le cronache ed i social network ci raccontano di italiani spesso preoccupati per la lontananza da casa e per le incertezze sul lavoro, per Diego insegnamento ed attività di ricerca hanno potuto proseguire.

Diego Zunino cosa è cambiato in questo periodo di confinamento a casa per lei in campo professionale?

Direi che sotto il profilo della ricerca non ci sono stati sostanziali problemi, poiché non siamo obbligati a svolgerla necessariamente in ufficio, quindi ho potuto proseguire da casa. Certo di cambiamenti ce ne sono stati, volevamo fare, per esempio, una serie di esperimenti comportamentali che dovevano avere luogo a Valencia ma li abbiamo spostati online. Il trend di svolgere esperimenti online piuttosto che in situ esisteva già e ha solo subito un’accelerazione. È cambiato invece molto l’insegnamento che si è svolto totalmente in via digitale. Ma devo dire che ho concluso il mio corso a Pasqua con sorprese positive e risultati che inizialmente non mi aspettavo e anche gli studenti sono stati partecipi e molto soddisfatti. L’istituzione ha avuto infatti una reazione estremamente pronta e professionale per la conversione della didattica online, senza la quale il successo non sarebbe potuto essere possibile.

Come impiega il tempo libero durante il lockdown?

In questo periodo di isolamento ho avuto da fare forse più di prima, sono stato anche coinvolto in un progetto sociale, una raccolta di fondi per l’ospedale San Paolo di Savona, un’iniziativa alla quale hanno contribuito da tutto il mondo, anche dal Cile, Cina ecc. 

E la sua esperienza di Italiano all’estero durante la pandemia del Coronavirus?

Prima che il confinamento in Francia iniziasse (successivamente rispetto all’Italia) avevo una sensibilità diversa rispetto a studenti e colleghi. Mi capitava di raccomandare spesso loro di non stringere le mani e di essere prudenti, quando ancora sembrava un’esagerazione. Mi ero stancato di fare la Cassandra.

E ha sentito la mancanza dell’Italia in questo difficile periodo di chiusura?

Sono all’estero dal 2012. Sono stato in Svizzera, Stati Uniti, Danimarca e dal 2018 mi sono trasferito in Francia ad Antibes. Quindi alla lontananza dagli affetti, dai genitori, mi ci sono abituato. Per fortuna con internet la distanza si sente meno e poi qui in Costa Azzurra siamo vicini alla Liguria oltreché geograficamente, culturalmente, sotto il profilo della gastronomia, del clima e abbiamo il mare. In questo momento penso dentro di me, e spero, che a giugno tornerò come ogni anno a casa, dai miei genitori, per le vacanze estive.

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La SKEMA Business School di Sophia Antipolis

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