di Angela Valenti Durazzo
Ventimiglia: il Principe Alberto II di Monaco, accompagnato dal Ministro dell’Interno Patrice Cellario, ha preso parte giovedì 8 marzo, all’inaugurazione della nuova veste del Museo dei Balzi Rossi (uno dei siti preistorici più importanti d’Europa) nata da una serie di “sorprendenti scoperte archeologiche che hanno dato impulso al riallestimento del percorso di visita”.
Il Principe Alberto ospite d’eccezione
Ad accogliere il Principe, che tra l’altro nel 2008 è stato insignito della cittadinanza onoraria di Ventimiglia, sono stati Enrico Ioculano, Sindaco di Ventimiglia, Serena Bertolucci, Direttore del Polo Museale della Liguria (nella foto d’apertura), Antonella Traverso, Direttore del Museo dei Balzi Rossi, il Professor Henry de Lumley, Accademico di Francia ed autore dei recenti studi e scoperte sulla Dame du Cavillon, la Donna del Caviglione.
Dopo la cerimonia d’inaugurazione ed il taglio del nastro da parte del Sovrano di Monaco, è seguita nel pomeriggio l’apertura al pubblico del riallestimento del Museo (presentato alla stampa lo scorso 6 marzo) curato da Antonella Traverso progettato e predisposto da Elio Micco e Giuseppina Schmid, con la collaborazione di Almudena Arellano (Musée Régional de la Préhistoire de Menton), Patrizia Buonadonna, Paola Chella, Laura Tomasi, Antonella Segrè (Polo museale della Liguria) e Nora Gallia.
La Triplice sepoltura fra i reperti del Museo dei Balzi Rossi
La storia della struttura che si trova nel territorio di Ventimiglia in prossimità del confine con la Francia, prende avvio nel diciannovesimo secolo “quando alcuni lavori di cava portarono alla scoperta di reperti preistorici di eccezionale interesse, come la famosa triplice sepoltura, tanto da spingere il mecenate inglese Sir Thomas Hanbury a far costruire nel 1898 un museo”.
Su Thomas Hanbury a Ventimiglia si veda: http://monacoitaliamagazine.net/ventimiglia-ciclo-di-conferenze-thomas-hanbury-150-anni-arrivo-in-riviera
Ed è coincisa proprio con la festa della donna, dunque, la possibilità per il pubblico di visitare i nuovi materiali dedicati alla Donna del Caviglione – sino ad oggi erroneamente considerata Uomo di Mentone.
“I materiali donati dal professor Henry De Lumley (alla destra del Principe nella foto d’apertura) dell’Institut de Paléontologie Humaine di Parigi – si legge sul comunicato – sono in particolare: tre modelli in scala 1:1 tra cui una ricostruzione del volto della Donna del Caviglione ed un’intera sala è dedicata alla ricostruzione dello scheletro di un giovane elefante contemporaneo all’Uomo di Neanderthal”.
“L’esemplare venne probabilmente spinto in una buca – si legge ancora – e così catturato, venne mangiato dalla popolazione dei Balzi”.
Un’occasione in più, dunque, per visitare un’importante zona archeologica ed una delle attrattive turistiche della Liguria che dista a pochi chilometri da Monaco.
I Balzi Rossi “comprendono una serie di grotte (“Bausi” ossia “buchi” in dialetto, trasformato in italiano in “Balzi”) che si aprono ai piedi di una parete rocciosa di calcare dolomitico. Questo luogo ha assistito a numerose variazioni del livello del mare che 100.000 anni fa era 120 metri più basso rispetto ad oggi. La zona dei Balzi è stata frequentata dall’uomo preistorico per un periodo di tempo che va dal Paleolitico inferiore (230.000 anni fa, Homo Heidelbergensis) al Paleolitico superiore (10.000 anni fa, Homo Sapiens): nelle grotte e all’esterno si sono accumulati nel corso dei millenni grandi depositi ricchi di resti faunistici e di manufatti litici, oltre ad importanti sepolture, rinvenuti grazie a secoli di scavi archeologici”.
La Donna del Caviglione
La ricostruzione del volto “magnetico” della donna vissuta 24mila anni fa, oggi esposto in una teca e capace di attirare immediatamente gli sguardi e la curiosità di chi entra nel museo, ha una storia lunga e densa di colpi di scena. Si è creduto, infatti, per molto tempo si trattasse di un uomo.
“Il 26 marzo del 1872 gli scavi guidati da Emile Riviere portano infatti alla luce una sepoltura di quello che sino ad oggi era stato chiamato ‘Uomo di Mentone’. La sepoltura viene trasferita a Parigi, dove è conservata presso l’Institut de Paléontologie Humaine. I recenti studi dell’équipe internazionale guidata dal professor Henry del Lumley hanno a sorpresa ribaltato le informazioni sino ad oggi ritenute valide. La sepoltura, caratterizzata da una cuffia formata da conchiglie e denti di cervo e un corredo di ossa di cavallo, è quella di una donna di epoca gravettiana (24.000 anni fa), di alta statura. Le indagini scientifiche hanno permesso di scoprire che morì in età avanzata per l’epoca (circa 37 anni); l’ossatura riporta una ferita da difesa e attesta la gestazione di almeno un figlio”.
E nonostante la distanza che ci separa dalla preistoria, la donna dei Balzi, con il suo ornamento sul capo, ed un braccialetto intorno alla gamba, sembra mostrare una femminilità che va oltre al tempo.
Per informazioni sul museo si veda:
Le grotte aperte al pubblico sono: la Grotta di Florestano, la grotta del Caviglione a Nord della ferrovia, la Barma Grande, il Riparo Bombrini. Non visitabili la Barma du Bausu da Ture (distrutta da lavori di cava) a Sud, la grotta del Principe a Nord.
In apertura il Principe Alberto di Monaco taglia il nastro, Ft. per Concessione del Polo Museale Della Liguria
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