Un flusso d’acqua, fra “buio e luce, silenzio e rumore, lentezza e velocità, leggerezza e densità”. I ricordi degli spruzzi dei giochi d’infanzia.
Immagini che saldano Nizza (città dove è stato realizzato il reportage fotografico) con Arles, Milano e Firenze.
Un viaggio emozionale iniziato, dunque, in Francia che ha dato vita a Stati d’Acqua: progetto fotografico, volume ed esposizione itinerante, dell’architetto ligure Andrea Folli.
Si tratta di un insieme di fotografie interamente scattate a Nizza, esposte attualmente nella mostra, inaugurata il 14 settembre a Firenze, alla Piano D Design Gallery, ed ancora in corso.
Nato nel 1967 a Bordighera, in provincia di Imperia, in quella parte di Liguria che guarda spesso verso il Principato di Monaco e la Francia, Andrea Folli diventa architetto a Milano e presso il Politecnico inizia ad interessarsi di fotografia frequentando le lezioni di Andrea Sentieri. Professionalmente impegnato, fra le varie opere, nel recupero del trecentesco castello di Dolceacqua, nel restauro della biblioteca Aprosiana di Ventimiglia e negli interventi sulla Chiesa di Terrasanta e Villa Garnier a Bordighera non dimentica la passione per gli “scatti” e nel 2015 inizia a lavorare al progetto Stati D’acqua, che debutterà alla Biblioteca Umanistica di Milano e sarà poi esposto alla rassegna Les Rencontres d’Arles – Prix du Livre 2018 (vedi foto sotto) .
“Stati d’acqua è un lavoro complesso – si legge nel testo critico introduttivo di Roberto Mutti – un percorso espressivo con cui è inevitabile confrontarsi perché sa essere molto più di quello che sembra”.
Infatti sottolinea Mutti “Come spesso succede in questi casi, una ricerca di tal genere non è facilmente ascrivibile a un preciso linguaggio, neppure a quello che più gli assomiglia, il reportage: di questo, infatti, il fotografo infrange consapevolmente tutte le regole non rendendo riconoscibili i protagonisti, cancellando i segni connotativi dei luoghi e non costruendo un’autentica sequenza narrativa. Al contrario si muove con disinvoltura fra i diversi generi fotografici ora alludendo a quello della figura ora soffermandosi sui gesti dei suoi protagonisti con uno sguardo fra lo psicologico e l’antropologico”.
A riportarci sulla storia e l’origine di questa serie, mostrando anche l’inscindibile legame nell’autore fra la fotografia e l’architettura, e a ricordarci come “in molte culture religiose e nella mitologia l’acqua sia considerata l’elemento simbolico per eccellenza…identificata sia come sorgente di vita, sia come il tramite in grado di purificare lo spirito, alimentarlo e rigenerarlo” è lo stesso Andrea Folli.
“Nel 2006 viene costruito a Bordeaux il primo “specchio d’acqua” – spiega l’autore – una specie di lago artificiale dotato di un sottile velo d’acqua che riflette la Place de la Bourse”.
“Piazze acquatiche” (riprese poi in altre città europee) e flussi quasi immateriali dove, nel caso di Andrea Folli, la fotografia contemporanea e di reportage si sovrappone al genere della cosiddetta street photography, sconfinando anche in un “lavoro di ricerca sul corpo e sulla gestualità inseribile nel genere ritrattistico della figura umana”.
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