Altin Tafilaj è nato a Durazzo in Albania durante il regime di Enver Hoxha. In Italia, ha vissuto, lavorato e studiato musica ad Aosta, Cuneo e Torino, dove si trova ancora la sua famiglia, facendo inizialmente anche i lavori più umili, prima di vincere una borsa di studio che ha segnato la svolta e gli ha permesso di frequentare alcune prestigiose Accademie di musica.
Ed infine, dopo una parentesi in Svizzera ed in Svezia, è arrivato in Costa Azzurra, dove dal 2011 fa parte dell’Orchestra di Cannes http://www.orchestre-cannes.com/ nella quale ricopre il ruolo di prima viola solista.
Tante vite per un giovane talento straniero, per un musicista che ha lasciato la sua patria non appena conseguito il diploma di liceo, spinto, come ama sottolineare, “dalla innata curiosità, dalla sete di imparare e di crescere”.
Altin Tafilaj, che fra l’altro parla correntemente cinque lingue: albanese, francese, italiano, inglese e tedesco, ci ha raccontato con molta naturalezza le tappe e le peripezie che lo hanno portato in Costa Azzurra e, alla fine, a coronare un sogno.
Altin raccontaci dei tuoi esordi
Sono partito dall’Albania, nel 1996, quando avevo 18 anni. Là, il mio primo insegnante di musica, mi ha detto: perché non suoni la viola, uno strumento nobile dal timbro caldo? Ed io ho seguito il suo consiglio. Non vengo da una famiglia di musicisti. In Italia, a Torino, ho vinto con mia sorpresa la borsa di studio De Sono (associazione musicale che svolge un’attività di sostegno verso i giovani musicisti) e grazie a quella ho potuto andare avanti negli studi. Sempre grazie alla De Sono ho incontrato Danilo Rossi, la Prima Viola della Scala di Milano. Dopo un periodo intenso di studio con lui, sono andato a perfezionarmi all’ Accademia Musicale di Basilea e dopo un concorso vinto nel 2008 mi sono trasferito a Malmö, grande città svedese per fare parte dell’Orchestra Sinfonica. Durante quel periodo avevo scelto di vivere a Copenhagen, dove ho avuto l’occasione di suonare con le orchestre della capitale danese.
Dalla Svezia a Cannes il passo non è breve…
In Svezia faceva troppo freddo ed un amico francese, che era il primo oboe dell’Orchestra di Cannes, venendo a suonare a Malmö mi ha informato che c’era un concorso a Cannes nel settembre 2011. Concorso che ho vinto.
La Costa Azzurra, sia da un punto di vista della qualità di vita, che professionale rappresenta dunque un traguardo?
Certo, innanzitutto Cannes corrisponde alla mia natura mediterranea: c’è il mare, c’è il sole. E poi è un crocevia di grandi personalità in campo culturale. A Cannes ho suonato come solista un pezzo per violino e viola con uno dei miei idoli della gioventù Tedi Papavrami, che ho incontrato grazie a Philippe Bender, direttore dell’Orchestra di Cannes dal 1976 al 2013. La Costa Azzurra è eccezionale e quando all’inizio mi hanno chiesto come ho fatto ad adattarmi così velocemente ho risposto che assomiglia per alcuni aspetti a Durazzo. E’ una città mediterranea, c’è il piacere della bella vita. Anche professionalmente a Cannes si respira un’aria culturale e abbiamo una bellissima programmazione, carica di energia, del nuovo direttore Benjamin Levy. Oltre a questo, in parallelo, organizzo concerti ed attività culturali con l’associazione di cui sono presidente “La Note du Soleil”.
E l’Italia, che ruolo ha ricoperto nella tua crescita?
Un ruolo fondamentale. Tuttora vado regolarmente in Italia, a Torino soprattutto, dove vive la mia famiglia. E ne sono fiero. Io sono partito dall’Italia, che è un Paese musicale, accogliente di cuore, che ha arricchito il mio percorso. Mi ritengo davvero fortunato. E tra le ragioni per cui sono venuto a Cannes c’è anche la vicinanza con l’Italia.
Della tua nazione cosa ti manca?
Dell’Albania, anche se ci vado abbastanza spesso, mi manca la naturalezza delle persone, la bella energia di godersi le relazioni in modo naturale. Lì è rimasta una parte di Altin Tafilaj.
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