di Angela Valenti Durazzo
La classica pasta al sugo e persino col tartufo da prendere al volo nelle strade della California o nei luoghi di studio e aggregazione. La filosofia di vita del grande compositore Gioacchino Rossini, che nel diciannovesimo secolo all’arte culinaria annetteva un’importanza vitale. Questi i due momenti qualificanti della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo nel Principato di Monaco che, giunta alla sua terza edizione, “mira alla promozione internazionale delle tradizioni culinarie ed enogastronomiche quali segni distintivi dell’identità e della cultura italiana”.
Tema conduttore della serata inaugurale della settimana dedicata ad uno dei vanti del made in Italy nel mondo è stata, il 22 novembre 2018 all’Hotel Fairmont di Monte Carlo, la pasta italiana e “la sua capacità di attrarre gente a tutte le latitudini, di entrare nelle cucine internazionali. A cominciare da quella dei ‘food trucks’ ad opera di ‘Prince of Venice‘, iniziativa ideata e promossa da Emanuele Filiberto di Savoia”.
“Il settore agroalimentare è diventato oramai fondamentale per la nostra economia – ha spiegato ai presenti l’ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco Cristiano Gallo – dopo Expo 2015 è cominciato un ciclo virtuoso che noi stiamo cercando di ravvivare. E anche se non sfugge a nessuno il valore, la qualità, la cultura che c’è dietro ai piatti tipici italiani, c’è anche una valenza economico commerciale importante, che ci deve inorgoglire oltre che impegnare nel tenere viva questa nostra grande eccellenza nel mondo”.
“Stasera – ha aggiunto poi Gallo – promuoveremo la regina della nostra tavola che è la pasta, raccontando l’esperienza negli Stati Uniti del Principe Emanuele Filiberto di Savoia”.
Cucina Italiana: La pasta “on the road” di Emanuele Filiberto
“Io vado spesso in America dove ho tanti amici – ha spiegato il rappresentante di casa Savoia – e ho scoperto questo mondo del food trucks, dei camioncini itineranti che servono il cibo”.
Una modalità di consumo a cui poco a poco anche grandi chef si sono avvicinati creando i propri food trucks.
“Nasce da questo – racconta Emanuele Filiberto al pubblico del Fairmont – l’idea di servire anche la pasta. Mi sono detto infatti: perché non creare un camion con sopra una macchina per fare la pasta fresca e servire la vera pasta italiana nelle strade americane?”.
“Tutte le idee – continua il principe – devono partire da un sogno e da un po’ di follia. Abbiamo iniziato quindi a servire questa pasta fresca con dei sughi che vanno dal pomodoro, al tartufo nero, nelle strade degli Stati Uniti e poco a poco molte persone si sono avvicinate. Ha avuto successo poiché offriamo una ristorazione due punto zero, quella che ti arriva sotto al tuo ufficio e tu mangi rapidamente e risali, quella all’università dove i giovani prendono il loro piatto di pasta e vanno con la chitarra nel parco…”.
Mangiare? L’occupazione più deliziosa per Gioacchino Rossini
La passione per i cibi raffinati e per la cucina italiana ha sostenuto, nel corso della sua esistenza, anche uno dei più grandi compositori italiani, protagonista venerdì 30 novembre 2018 al Théâtre des Variétés, della serata, sempre in occasione della Terza Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, organizzata dell’associazione Dante Alighieri di Monaco in collaborazione con le associazioni Anfossi e Valore Aggiunto di Genova.
Un concerto seguito dal rinfresco, appunto, in onore di Gioacchino Rossini, di cui ricorrono quest’anno i 150 anni dalla morte.
Titolo dell’appuntamento “Gioacchino Rossini‘ Le Bon Vivant’. Assaggi d’opera e delizie del palato”.
La filosofia del geniale musicista italiano si riassume in alcune delle frasi lette al pubblico dal critico musicale Roberto Jovino tra l’esecuzione di un pezzo musicale e l’altro “Dopo il non far nulla io non conosco occupazione per me più deliziosa del mangiare, mangiare come si deve, intendiamoci. L’appetito è per lo stomaco ciò che l’amore è per il cuore.”
Oppure ancora: “Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita e che svanisce come la schiuma d’una bottiglia di champagne. Chi la lascia fuggire senza averne goduto è un pazzo”.
Frasi che mostrano inequivocabilmente il piacere per il buon cibo del compositore del Barbiere di Siviglia il quale, anche dopo il trasferimento a Parigi, si faceva inviare ogni raffinatezza culinaria dall’Italia, oltre a gustare la cucina francese. Rossini come riportano le sue lettere era capace di attraversare l’intera Parigi in cerca di un pacco di alimenti che attendeva dall’Italia e che si era perso.
Dario Bonuccelli al pianoforte e il soprano Mirella Di Vita, hanno allietato il pubblico con composizioni rossiniane particolarmente originali.
Il ricco menu di assaggi musicali è stato seguito da un vero e proprio buffet “rossiniano” con sette ricette del grande compositore scomparso nel 1868 . Tra queste i Tournedos e la Torta Guglielmo Tell, in onore dell’ultima opera di Rossini, realizzati dallo chef di Vallecrosia, Paola Chiolini (foto sotto). Una sinfonia di colori e sapori che certo il grande maestro italiano avrebbe apprezzato.
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