
Sulla riva di Tale
di Angela Valenti Durazzo
tratta da©Qui Dove il Nulla Mi Appartiene
Mi piacerebbe vedere ancora il sole che innaffia la pianura di Lezha*
come se niente gliene importasse se chi è sotto ride o piange.
Il temporale sulla riva di Tale
odora di sabbia grigia.
Flamur domani con lo sguardo pesante di calce
mi porterà in un grande castello con un piccolo bar.
Era facile prima, quando lontano dagli occhi, c’erano solo case piccole di fango
e donne e uomini col vestito della festa in fila sul ciglio di sassi,
era facile quando gli amici della missione alzavano le braccia al cielo
nel cortile della scuola dai muri giallo canarino…
preghiera di noi tutti sotto alle poche cose di quel tetto di cielo.
La bimba dai capelli biondo cenere mi prende per mano
senza che io l’abbia mai vista né amata
Nella tavola alla sera gli uomini ridono con tanto cuore e pochi denti,
i ragazzi al bar di Shënkoll adesso osservano i miei piedi impacciati:
«le strade vellutate della mia città possono graffiare le ginocchia, lo sapete»?
I tacchi sulla terra gonfia di liquido invece lasciano un buco,
che non vedi dopo un nuovo passaggio di uomini o mucche.
Il fiume Drin trascina via secoli dimenticati senza chiedere il perché.
Dalle macerie possiamo ricostruire il mondo, forse…
* Lezha, città nell’Albania del nord
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