Il Vertical Farming illustrato nella Monaco che coniuga la crescita urbanistica con gli spazi verdi e l’ecosostenibilità. L’utilizzo della tecnica di coltivazione urbana che può rappresentare “una potenzialità negli ambienti che combinano la densità urbana con la limitatezza dimensionale” sarà al centro di una conferenza, giovedì 21 aprile 2022, alle 18 all’auditorium dell’Agora, Maison Diocésaine dell’Arcivescovado di Monaco, organizzata dall’ Osservatorio del Paesaggio Transfrontaliero della Riviera Italo-Francese OdP-TRIF presieduto da Italo Muratore.
Titolo dell’incontro: “Vertical Farming, nuove frontiere sostenibili nel contesto urbano”. A prendere la parola sarà Silvana Nicola, Professore Ordinario del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali ed Alimentari, DISAFA, dell’Università di Torino, che introdurrà i presenti “alla conoscenza ed al perfezionamento delle nozioni che vedono come risultato l’applicazione di questa particolare tecnica agro-urbana”. L’incontro si svolge con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Monaco e con l’intervento dell’Ambasciatore Giulio Alaimo.
COSA SI INTENDE PER VERTICAL FARMING?
“Con il termine vertical farming possiamo generalmente pensare a un edificio nel quale è possibile realizzare l’intera filiera agroalimentare, che permette di passare dalla produzione al consumo – riporta una nota – sebbene, nella sua applicazione più comune, si limiti per ora alle sole produzione e trasformazione. Le vertical farm sono oggi realizzate per piante di piccole dimensioni con ciclo di vita breve, tipo l’insalata ma non solo. La coltivazione avviene interamente in interno e in condizioni ambientali ideali ricreate artificialmente, con luce, umidità, temperatura, e con apporto di nutrienti, il tutto in base alle esigenze delle piante”.
La professoressa Nicola è dal 2018 Segretaria e Membro eletto del Consiglio Direttivo della Società scientifica internazionale International Society for Horticultural Science (ISHS); Vice Presidente della stessa società dal 2014 al 2018, Presidente della Sezione Vegetables dal 2006 al 2014. È inoltre Presidente dell’European Vegetables Research Institutes Network; membro di 3 Focus Groups di EIP-AGRI della Commissione Europea e già esperto OMS ed esperto FAO per il settore Orticoltura e Colture Protette.
La relatrice sarà presentata da Marco Devecchi, membro del Consiglio Direttivo dell’OdP-TRIF e a sua volta docente al DISAFA dell’Università di Torino, oltreché membro della Società Ortoflorofrutticoltura Italiana, di cui è stato consigliere della Sezione “Floricoltura”.
UN’ALTERNATIVA ECOLOGICAMENTE RESPONSABILE
Le nuove tecniche che tengono conto delle esigenze di chi vive in un contesto urbanizzato e soprattutto offrono “un’alternativa ecologicamente responsabile e sostenibile” poiché “riducono le catene di distribuzione, oltre a fornire prodotti più controllati e più nutrienti, e con drastica riduzione di consumo e deflusso d’acqua” sono dunque attuabili ovunque?
“Sebbene sia diffusa l’immagine di grattacieli vetrati adibiti alla coltivazione, il vertical farming si può praticare ovunque, anche sottoterra – si legge ancora nella nota introduttiva – e le principali modalità di coltivazione sono tre: idroponica, acquaponica e aeroponica. Le tecniche di coltivazione verticale consentono pertanto di non consumare suolo e di risparmiare acqua, ottenendo ortaggi biologici a chilometro zero”.
E non è tutto: “Più in generale, possiamo pensare che l’agricoltura verticale consenta di aumentare la produzione alimentare in un momento storico nel quale dobbiamo ricordare che la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi entro il 2050 e in cui si prevede che due persone su tre vivranno nelle aree urbane”.
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