Il Ruolo della Flebologia Oggi tra Salute ed Estetica: Intervista al Chirurgo Vascolare Gianvittorio Tommasi

Il Ruolo della Flebologia Oggi tra Salute ed Estetica: Intervista al Chirurgo Vascolare Gianvittorio Tommasi

di Angela Valenti Durazzo – Con l’approssimarsi dell’estate e delle giornate più calde, abbiamo posto una serie di domande sulle patologie venose a Gianvittorio Tommasi, chirurgo vascolare genovese trasferitosi nel Principato, esperto di Flebologia e fondatore e presidente dell’Associazione Flebologica monegasca – Association Phlébologique Monégasque (PHAM). Quest’ultima ha fra gli obiettivi principali: “lo sviluppo e la promozione della ricerca scientifica, della formazione e della cooperazione internazionale sul tema dell’insufficienza venosa cronica (IVC) degli arti inferiori, ma anche la formazione medica e paramedica, in sinergia con la scuola, l’università e la società, e la collaborazione internazionale e umanitaria”.

Il Ruolo della Flebologia Oggi tra Salute ed Estetica: Intervista al Chirurgo Vascolare Gianvittorio Tommasi

Nella foto il Chirurgo Vascolare Gianvittorio Tommasi.

Dottor Gianvittorio Tommasi, qual è il ruolo della Flebologia oggi?

Nell’ambito della Medicina e della Chirurgia Vascolare, la Flebologia, cioé la parte della chirurgia vascolare che si occupa di vene e non di arterie, ha innanzitutto definitivamente assunto oggi un ruolo indipendente e strutturato, liberandosi da un passato che l’ha spesso vista “sorella minore” della diagnosi e della cura della patologia arteriosa, la quale prendeva molto spazio, sia in sala operatoria che nella comunicazione scientifica. E a giusto titolo, considerata l’importanza epidemiologica, il fatto che si occupa di una patologia cronica, il costo sanitario di gestione, la domanda di assistenza da parte dei pazienti. Flebologia infatti significa visite specialistiche, diagnostica strumentale, terapia medica, terapia chirurgica. Ma significa anche prevenzione, depistage, sorveglianza clinica. Il tutto nel rispetto di una sensibilità per l’estetica sempre più presente nei pazienti, e auspicabilmente, nei medici.

E per quanto riguarda il trattamento delle vene varicose e dei “capillari”, considerati da molti un problema estetico soprattutto con l’avvicinarsi della stagione balneare?

Innanzitutto bisogna considerare che le piccole varicosità (impropriamente e comunemente dette “capillari”) possono rappresentare un aspetto isolato a prevalente rilevanza estetica oppure essere un effetto secondario e complementare di una situazione vascolare da approfondire clinicamente al fine di ricercare un’eventuale insufficienza venosa. Una volta trattata la causa, spesso chirurgicamente, ci si può  dedicare alla cura dei “capillari”, avvalendosi, secondo i casi, della Scleroterapia, della Laserterapia secondo le diverse situazioni e indicazioni.

Cosa consigliano gli specialisti per prevenire o evitare peggioramenti delle patologie venose?

Vi sono una serie di regole di igiene venosa che ogni paziente dovrebbe rispettare: il riposo alle gambe, l’attività fisica regolare e personalizzata, una corretta idratazione del corpo e della pelle, l’uso di scarpe giuste e di suole adatte, un’alimentazione corretta e prevenire gli eccessi ponderali. E poi, quando indicata, l’elastocompressione con le differenti calze elastiche disponibili. Oggi l’industria propone modelli efficaci e “glamour” al tempo stesso. Se necessario, poi, il fisioterapista e il podologo possono giocare un ruolo importante.

E durante la gravidanza?

Nel corso della gravidanza, in sinergia con il medico curante e il ginecologo di fiducia, è consigliabile mettere in atto una sorveglianza clinica e strumentale, orientata in modo particolare alla prevenzione e alla gestione dell’eventuale rischio tromboembolico.

Quindi vi sono una serie di figure professionali chiamate ad interagire

Per fortuna dei pazienti e dei medici oggi disponiamo di diverse opzioni terapeutiche che devono sempre essere considerate “complementari” e non in antagonismo fra loro. Allo stesso modo, le diverse figure professionali – medico vascolare, fisioterapista, podologo, farmacista, chirurgo vascolare – devono ricordarsi di essere co-protagoniste di un percorso di diagnosi e terapia da gestire sinergicamente e non in reciproca competizione.

Quando deve scattare il campanello che ci spinge a ricorrere al flebologo?

Bisogna premettere che l’età media dei pazienti e delle pazienti che vengono operate o trattate per un’insufficienza venosa cronica si sta abbassando in maniera molto significativa. Come detto prima, la chirurgia vascolare a indirizzo flebologico ha acquisito una sua dignità autonoma da quando la tecnologia diagnostica ha permesso di gestirla meglio (ovvero da quando abbiamo avuto l’ecodoppler e poi l’ecocolordoppler). Inoltre c’è una sensibilità estetica molto più importante, soprattutto in determinate fasce sociali della popolazione, che fa da traino. Oggi la percezione di un fastidio anche soltanto estetico legato alla presenza di vene varicose degli arti inferiori è più diffusa e precoce. Le varici sono meno “accettate” come un evento ineluttabile nella storia vascolare delle nostre gambe. L’approccio e le procedure più precoci sono un bene perché la diagnosi precoce permette un trattamento meno invasivo e più conservativo possibile.

Il Ruolo della Flebologia Oggi tra Salute ed Estetica: Intervista al Chirurgo Vascolare Gianvittorio Tommasi

“Possiamo considerare l’estate – spiega Gianvittorio Tommasi – una vera prova da sforzo per le gambe di chi soffre di insufficienza venosa. In linea generale, la corretta idratazione del corpo e della cute, un parere del dermatologo per gestire l’eventuale esposizione al sole, un’attività fisica correttamente distribuita nelle ore della giornata, sono tutti elementi di fondamentale importanza”; Ft. Armando Ascorve Morales

La richiesta è prevalentemente femminile?

Sì , la richiesta è giustificatamente molto più al femminile, ma in aumento significativo anche da parte maschile. Il binomio salute-estetica è progressivamente divenuto appannaggio di entrambi i sessi anche se spesso l’insufficienza venosa cronica comporta maggior fastidio e dolore per le donne.

Altri motivi che inducono i giovani a farsi visitare?

La diffusione, soprattutto fra i giovani, dei tatuaggi ha introdotto problematiche nuove e modalità di approccio chirurgico adeguate. Spesso infatti le vene varicose sono dentro o vicino ai tatuaggi e i pazienti ti chiedono “dottore mi operi ma non mi tocchi il tatuaggio”, oppure desiderano rimuovere la vena varicosa perché in quel punto vogliono fare un tatuaggio.

Per quanto riguarda invece i progressi della chirurgia?

In un’ottica più specificatamente chirurgica, l’evoluzione scientifica diagnostica, tecnologica biomedicale rendono oggi possibili gesti terapeutici molto più selettivi, meno invasivi, realizzati per lo più in ambito ambulatoriale, conservativi più che demolitivi, efficaci ma a minor impatto per quanto riguarda il dolore e la sospensione temporanea delle attività lavorative, sportive e della vita di relazione. Anche a livello anestesiologico, ci si orienta sempre più frequentemente verso anestesie locali e loco-regionali, a volte supportate da una sedazione o da tecniche di più recente impiego clinico come l’ipnosi e la realtà virtuale aumentata. Inoltre l’industria bio-medicale ci propone strumenti come il laser transdermico, quello endo-vascolare e la radiofrequenza. Mentre diversi studi sono in atto per valutare l’impiego di colle vascolari nonché di ultrasuoni a scopo terapeutico. Anche la scleroterapia tradizionale, nelle sue varianti più moderne conserva un ruolo importante.

Cosa consiglia ai suoi pazienti con l’approssimarsi dell’estate e del caldo?

Possiamo considerare l’estate una vera prova da sforzo, un vero stress test per le gambe di chi soffre di insufficienza venosa. È quindi estremamente importante cercare di rispettare quelle che già abbiamo avuto modo di definire regole di igiene venosa. Naturalmente, il parere del medico curante e dello specialista restano importanti al fine di personalizzare per ogni paziente i comportamenti più adatti. In linea generale, la corretta idratazione del corpo e della cute, un parere del dermatologo per gestire l’eventuale esposizione al sole, un’attività fisica correttamente distribuita nelle ore della giornata, sono tutti elementi di fondamentale importanza. Al medico, poi, valutare l’eventuale indicazione a prescrivere trattamenti flebotonici, integratori, calze elastocompressive, cicli di fisioterapia mirata.

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