di Angela Valenti Durazzo -“Figlio e nipote di musicisti. Cresciuto in un ambiente cosmopolita e ricco di esempi di valore, naturalmente interessato a conoscere e capire i tanti aspetti del presente e della storia”.
Così si definisce Enrico De Barbieri – esperto in relazioni internazionali, consulente aziendale, Ambasciatore di Genova nel mondo; presidente dell’associazione Italia Sudafrica, “Paganini Ambassador”, titolo onorifico conferito di recente a Genova anche a S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco (LEGGI L’ARTICOLO).
Enrico è il figlio di Renato De Barbieri (1920 -1991) violinista soprannominato il Paganini del ‘900, che già nel 1945 fu invitato a esibirsi con il Guarnieri del Gesù (il violino chiamato ‘il Cannone’ appartenuto a Niccolò Paganini) in un concerto radiotrasmesso in tutto il mondo. Il musicista, solo per citare alcuni momenti della sua carriera in Italia e all’estero, reggeva la cattedra di violino al Conservatorio Paganini di Genova e insegnava perfezionamento al Mozarteum di Salisburgo. Suonò inoltre nel 1980 per la regina Elisabetta II in occasione di una visita della Sovrana a Genova.
Ma Enrico De Barbieri è anche nipote del celebre liutaio Paolo De Barbieri (1889 – 1962). Il discendente di questi due talenti musicali, dei quali contribuisce a tenere viva la memoria, ha dunque certamente ricevuto in dote da loro il cosmopolitismo, ereditato anche dalla madre Maria Firpo (il suo antenato Angelo Firpo viaggiò da Genova a Londra e poi a Calcutta dove venne soprannominato il Maxim’s dell’Oriente).
Abbiamo intervistato, Enrico De Barbieri, facendoci raccontare il suo impegno nel far coincidere la celebrazione del passato familiare con la professione e le esigenze di questo nostro secolo.
Una targa ricorda il nonno liutaio nei giardini di Piazza Paolo da Novi a Genova e un’altra, affissa all’esterno della casa natale, ricorda il padre con la seguente scritta: “In questa casa nacque il 5 novembre 1920 il violinista Renato De Barbieri. Il Comune pose questa targa a perenne memoria del ‘Paganini del ‘900’ nel centenario della nascita”. Oltre a questa, nei pressi del Teatro Carlo Felice, vi è la Galleria Renato De Barbieri, a lui dedicata nel 2011.
Enrico, cosa ha rappresentato discendere da queste illustri personalità?
Ha rappresentato molto. E poiché ho ricevuto molto dalla vita cerco di restituirlo alla città con piacere. Ho avuto l’onore e la fortuna di assistere a 50 anni di carriera di colui che era considerato uno dei più grandi interpreti di Paganini (anche se aveva un repertorio di un centinaio di compositori) e di colui che, oltre a molte altre cose, era una delle anime del Premio Paganini e ne era il presidente onorario. Infatti oltre all’orgoglio di essere il figlio di Renato De Barbieri, ho ricevuto da mio padre un grande esempio: educazione, determinazione e volontà. D’altronde lui si è consumato per la sua attività realizzando circa 2000 concerti in tutto il mondo dal 1940 al 1990. All’epoca non c’erano i collegamenti e i trasporti di oggi e lui ha suonato prevalentemente in Europa, in Francia, dove al termine del concerto è stato chiamato 12 volte sul palcoscenico, ma anche in Nord Africa, in Sud America, in Argentina, eccetera.
Quali sono le caratteristiche della sua personalità viste da uno spettatore d’eccezione quale il figlio?
Era un uomo molto rigoroso, severo, ma una persona anche molto altruista. Era un grande papà e nonostante gli impegni era sempre presente. La mamma ed io lo accompagnavamo spesso ai concerti. Coltivava anche in famiglia il gusto del bello e il suo segreto era quello di essere talmente padrone della tecnica da buttarsela alle spalle e interpretare in modo da lasciare qualcosa in più. Inoltre papà ha contribuito a portare in Italia e all’estero il valore di Genova.
E il nonno?
Il nonno Paolo De Barbieri era un grande liutaio. Un suo violino oggi vale non meno di 50 mila euro e ve ne sono da per tutto, anche in USA e in Giappone. Il nonno è seppellito al Pantheon del cimitero monumentale di Staglieno a Genova, dove riposano Nino Bixio, Giacomo Doria, Camillo Sivori e altri. Come mio padre che, nell’arco di soli 3 mesi dalla sua scomparsa, venne tumulato in quello stesso luogo, dove vi sono le personalità celebri su delibera del Comune. Lui e papà, inoltre, sono gli unici padre e figlio al Pantheon insieme a Michele Canzio (architetto e scenografo) e al figlio, garibaldino, Stefano.
A proposito di miti del violino, cosa ha provato durante la recente cerimonia di conferimento del titolo onorifico di “Paganini Ambassador” al Principe Alberto di Monaco?
Ho provato una grande emozione e ammirato l’intelligenza e l’intuito di questo Sovrano che promuove il Principato a tutti i livelli ed è capace di “uscire” dal Palazzo. Mi è capitato recentemente di vedere, in un Paese della Calabria, una targa dei Siti Storici Grimaldi di Monaco (LEGGI L’ARTICOLO). Anche questa cerimonia genovese è stata un’occasione per rafforzare ulteriormente i rapporti fra Genova e Monaco.
Per Altri Articoli di Monaco Italia Magazine Clicca qui
Clicca qui per mettere “mi piace” alla nostra pagina facebook Monaco Italia Magazine