Di Angela Valenti Durazzo
Genova “città longeva” tende la mano ai giovani. E lo fa puntando ad attrarre per lunghi periodi, nella città del mare, del porto, della cultura e del buon cibo, manager, professionisti e pensionati benestanti provenienti anche dai Paesi del Nord Europa.
Un flusso turistico medio-alto di senior che renderebbe necessaria la creazione di nuovi posti di lavoro e figure professionali rivolte ad una silver economy “intesa come luogo ideale, strutturato e organizzato”.
Abbiamo intervistato su questo argomento dai risvolti sociali, economici ed internazionali Giancarlo Vinacci , assessore allo Sviluppo e Promozione economica della città e creatore del Silver economy forum, meeting dedicato al tema dell’invecchiamento attivo e alle opportunità di investimento, di cui si è tenuta a giugno scorso la seconda edizione.
Il forum sulla scia del motto “building together the silver future” affronta i temi della silver age “dal turismo all’health care, dai consumi alla domotica” (applicazione di informatica ed elettronica nella gestione dell’abitazione).
Assessore Vinacci, la “vecchiaia”, periodo della vita non sempre facile, sta al giorno d’oggi prendendosi una rivincita?
Le aspettative di vita sana oggi sono in aumento, intendendo con questo termine la vita dopo i 60 anni, senza interventi invalidanti, senza problemi a camminare, senza troppe medicine, insomma quei bei sessantenni che vediamo per esempio andare a giocare a golf o a tennis, che vogliono ancora godersi la vita e che rappresentano nel mondo un terzo del pil. Una condizione dovuta all’alimentazione, ai progressi sanitari ecc.
Un contesto positivo in cui si inserisce, dunque, la silver economy
La consapevolezza che questo territorio ha un’ubicazione strategica, un clima favorevole, circuiti enogastronomici di eccellenza, ma soprattutto un patrimonio artistico-culturale insuperabile e prezzi in questo momento particolarmente concorrenziali, ha fatto sì che nelle linee strategiche programmatiche della città, vicino a quelle che sono già le eccellenze di Genova (blue economy, ed industria ad alta tecnologia) abbiamo affiancato la silver economy, con una vocazione prevalentemente verso la seconda giovinezza e non verso la terza età. Il problema per chi sceglie i lunghi soggiorni sono le giornate di brutto tempo e invece tra i vantaggi del capoluogo ligure c’è quello che in una giornata di pioggia vai in giro per i vicoli e per i musei e ti resta sempre qualcosa da vedere, perché tra l’altro la nostra è una città da scoprire, che non si mostra facilmente. Inoltre qui sei vicino a Milano ed hai l’aeroporto in città. Genova per 250 anni è stata la più ricca del mondo, commerci e traffici sono nati qua e ad ogni passo che fai trovi qualcosa che è stato grandioso. Ed in più è una città che è sempre stata liberale: un osservatorio, un laboratorio per tutta l’Italia.
Gli Over 60 quindi, motore per l’economia, ma cosa si intende precisamente per seconda giovinezza?
Quando si parla di terza età si parla anche di sanità, quindi è la Regione che se ne occupa. Quando si parla di seconda giovinezza si parla, invece, in prevalenza di turismo ed economia. La mia intenzione è trovare il modo di fare venire questa fascia di persone per creare posti di lavoro per i nostri giovani. Il target a cui mi rivolgo è medio-alto. Per fare un esempio: i manager di Svezia, Danimarca, Norvegia, Germania ecc., persone che sono abituate a vivere al freddo, con poco sole e luce, che a 60 anni vanno in pensione, con ottime pensioni e che hanno sempre sognato di vivere al caldo, mangiare bene e godersi la vita spendendo in maniera giusta.
Incrementare, dunque, la vocazione “storica” di Genova e della Liguria, dove soggiornavano tra Otto e Novecento inglesi, russi e persone provenienti dal nord Europa?
Come allora ci proponiamo di attrarre gli stranieri, ma anche i vicini milanesi e non solo, per lunghi periodi. Quella di un tempo però era una vocazione di altissimo livello. Io invece cerco l’over 60, il manager, che abbia una pensione con cui qui può vivere bene. Il che vuol dire creare delle strutture ad hoc, le quali devono essere poi organizzate e gestite. Questo vorrebbe dire implementare le linee low cost dai paesi nordici; individuare aree particolari da riqualificare. Per esempio abbiamo un grosso progetto in previsione per il rilancio di Pre, che prevede anche la possibilità di insediamento di strutture silver.
E come pensate di attrarre questo tipo di turisti?
Incontrando da un lato gli investitori-gestori e dall’altro gli utilizzatori. Per esempio passando attraverso le associazioni dei manager in giro per l’Europa, attraverso i presidenti delle associazioni di dirigenti, i responsabili dei fondi pensione, delle compagnie low cost, i gestori degli alberghi ecc. Tutto questo potenziando un filone che naturalmente appartiene a questo territorio. É quasi un luogo comune affermare che non si conoscono ancora almeno la metà dei lavori che verranno svolti fra 20 anni. É facile prevedere che cambierà tutto. Credo però che avere la visione di cosa si svilupperà su questo territorio e cominciare subito ad individuare e formare nuove figure professionali sia la strada giusta per lo sviluppo.
La silver economy è compresa dai genovesi?
I genovesi cominciano a dire che questa è una città longeva quando prima dicevano che era una città vecchia. Ma se è vero che gli abitanti percepiscono indirettamente questa realtà, invece i genovesi che sono nel settore delle costruzioni, dell’edilizia, dell’alberghiero, del turismo, la percepiscono molto bene. L’anno prossimo al convegno sulla silver economy punteremo sull’internazionalizzazione attraverso un programma che prevede anche incontri in diverse ambasciate d’Europa.
Nella foto in alto l’assessore Giancarlo Vinacci
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