Si svolge nell’estremo ponente ligure, a Imperia, spingendosi fino ai confini con la Francia, l’ultima fatica di Simonetta Ronco, “Una morte perbene” (edizioni Leucotea 2023).
Si tratta di un romanzo giallo, la cui intricata trama si dipana, appunto, in una zona ben conosciuta dall’autrice, docente universitaria oltreché scrittrice e giornalista pubblicista, che insegna diritto commerciale e diritto della regolazione dei mercati e della concorrenza presso l’Università di Genova e fra l’altro anche a Imperia.
Il nuovo libro della Ronco ci conduce dunque nell’Imperia degli anni ‘70 dove la vita di quel suggestivo lembo della Liguria, quasi sempre baciato dal sole, viene sconvolta da un omicidio, quello di Attilio Cernuschi, proprietario del quotidiano locale, trovato senza vita in un bosco.
Delle indagini è incaricato il commissario Luca Traverso, trasferito da poco da Roma nella città ligure in seguito ad un procedimento disciplinare. Un personaggio la cui vena umana va di pari passo con la capacità professionale. Traverso, descrive la Ronco “non aveva relazioni stabili, era molto schivo, appassionato di cinema e abitava da solo in una casa verso Dolcedo, con tre cani e una governante, riservata come lui”.
Una morte perbene: intrighi e sentimenti della buona società locale
Il commissario quindi si mette al lavoro per dare un senso “a tutti gli aspetti oscuri di una vicenda che, con il passare dei giorni, diventa sempre più intricata. La personalità della vittima appare infatti al centro di un sistema di collusioni, favori, complicità fra tutti o quasi i componenti della buona società locale. Un sistema che ha le sue radici in due omicidi rimasti impuniti, omicidi che Traverso risolverà poco a poco, con l’aiuto di alcuni dei protagonisti della storia, chiamati a riscattarsi dopo la bufera che si è abbattuta sulle vite di tutti”.Ritratto di
Questo è quanto possiamo raccontare, senza svelare le dinamiche e i colpi di scena che riguardano una società fatta di uomini e donne i cui affari e le cui vicende patrimoniali non sembrano avere affievolito passioni e sentimenti.
Ritroviamo anche in questo romanzo la particolare capacità dell’autrice nel tratteggiare la personalità e raccontare le storie di donne. Simonetta Ronco è infatti autrice di varie biografie al femminile (Cristina di Borbone, Giulia Colbert di Barolo, Giuditta Bellerio Sidoli, Antonietta Costa Galera, Ilaria del Carretto). Nel 2018, inoltre, ha dato vita a una collana editoriale intitolata “Mnemosine – Donne nell’ombra” che si occupa delle biografie di donne meno conosciute o dimenticate e di saggi su tematiche femminili. Di questa serie fa parte Il recente volume “Protagoniste Genovesi”, che racchiude i profili delle 14 donne rappresentate permanentemente nella Sala delle Donne a Palazzo Ducale di Genova, tratteggiati da altrettanti autori (sulla sala delle Donne LEGGI).
Ritratto di Laura, la moglie dell’affascinante Marcello
E la familiarità dell’autrice nel descrivere la sensibilità femminile la porta ad addentrarsi scioltamente nelle pieghe di donne alle volte di grande determinazione altre volte vittime, proprio come accade nella vita reale, di vicende familiari e rapporti sentimentali che le limitano impedendo loro di prendere in mano la propria vita e divenire protagoniste degli eventi. Ecco tratteggiata in ogni sua sfumatura la figura di Laura, moglie dell’affascinante Marcello, una delle figure femminili di Una morte per bene. La vita coniugale di Laura, si legge sul volume “iniziata sotto cattivi auspici, era proseguita in modo anche peggiore. Era molto innamorata di suo marito, questo era innegabile, ma era una di quelle donne che si colpevolizzano, pensando che il comportamento del marito sia la conseguenza dei loro errori. E tutti questi pensieri avevano formato attorno a lei una ragnatela di scoraggiamento, insicurezza, depressione, che in breve tempo l’avevano resa prigioniera di se stessa. Non faceva più niente, perché era convinta che qualsiasi cosa avesse fatto, a Marcello non sarebbe piaciuta. Dopo una lunga notte insonne, aveva spazzato via dal suo cuore e dalla sua mente tutte le ragnatele, e il giorno seguente si era preparata per iniziare una nuova vita. Aveva convocato il manente dei terreni, alcuni dipendenti e aveva pensato che la prima cosa da fare fosse conoscere personalmente la situazione degli affari di Marcello. Aveva fatto preparare il calesse con Galeotto (il nome del cavallo n.d.r.) ed era partita, sola”.
E così di personaggio in personaggio e di vita in vita il commissario Luca Traverso dipana la matassa di questa storia imperiese fino a farsi un’idea dell’accaduto e fino all’inatteso finale.
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