Di Angela Valenti Durazzo
Antonio Aniante (pseudonimo di Antonio Rapisarda) scrittore, critico d’arte, giornalista, romanziere, drammaturgo ma anche “frontaliere della cultura”.
A ricordarlo e a rinsaldare nel contempo il legame culturale fra Italia, Monaco e Francia, ha provveduto martedì 28 gennaio 2020, la rievocazione della figura di questo illustre italiano nel corso di un incontro organizzato presso l’Agorà, la Casa Diocesana di Monaco, dall’Ambasciata d’Italia del Principato in collaborazione con l’associazione culturale Aniante-Lentini.
Antonio Aniante esordì collaborando a “900” di Bontempelli e Malaparte e pubblicando commedie d’avanguardia (citiamo Gelsomino d’Arabia commedia in 3 atti del 1926 per il Teatro degli Indipendenti di Roma e La Rosa di zolfo, presentata nel 1958 al Festival della Prosa di Venezia da Domenico Modugno) ed una una serie di romanzi.
A parlare del romanziere e critico d’arte nato nei pressi di Catania e scomparso a Latte (Ventimiglia) nel 1983 (dove si era trasferito dopo avere vissuto e operato a Parigi e Nizza) sono stati, dopo l’introduzione dell’ambasciatore Cristiano Gallo, una serie di relatori: Raffaele De Benedictis, console generale d’Italia a Nizza; Gaetano Scullino sindaco di Ventimiglia; Elio Lentini, pittore, incisore e scultore toscano, ligure d’azione, e presidente dell’associazione culturale Aniante-Lentini; Leonardo Saviano, storico del Principato di Monaco; Pierluigi Megassini direttore dell’Accademia di Belle Arti di Sanremo; Colomba Tirari dell’Unicef di Imperia e Silvano Briozzo, vice presidente dell’associazione Aniante-Lentini.
La rievocazione di un personaggio – che tra l’altro conobbe e frequentò artisti destinati a diventare famosi come Matisse, De Pisis, De Chirico e a Parigi ebbe occasione di conoscere Pirandello – ha avuto luogo a Monaco dopo l’analoga cerimonia organizzata nel 2017 dal Console Generale di Nizza Raffaele De Benedictis.
Antonio Aniante Riceve la Visita di Grace Kelly nella Villa di Latte
A tenere viva la fama di Antonio Aniante , che a Parigi ottenne anche la medaglia d’oro dell’Accademia di Francia, contribuisce da anni lo scultore Elio Lentini il quale, come ha sottolineato Leonardo Saviano, “ha saputo mettere in valore l’incoraggiamento ad approfittare della particolare libertà transfrontaliera di quella luminosa terra di confine”.
A ricevere ispirazione da paesaggi e colori della Riviera Ligure e dalla vicina Costa Azzurra, d’altronde, sono stati alcuni grandissimi nomi del passato. Citiamo fra tutti il maestro dell’impressionismo Claude Monet, la cui figura e le cui opere sono state celebrate nella recente mostra tra Bordighera e Dolceacqua Claude Monet Ritorno in Riviera (30 aprile – 31 luglio 2019) inaugurata alla presenza del Principe Alberto di Monaco.
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E sulla scia di questo ennesimo ponte artistico fra l’Italia e la Francia si inserisce anche il protagonista dell’incontro monegasco.
“Antonio Aniante-Rapisarda – ha spiegato nell’introduzione l’Ambasciatore Gallo – è un personaggio eclettico. La sua spiccata sensibilità lo avvicina precocemente all’attività letteraria. Pubblica a soli 15 anni una raccolta di poesie per la quale Marinetti si congratula con lui. Come la gioventù colta del tempo si ispira al decadentismo e al futurismo italiano. Intraprende fin da giovanissimo anche l’attività giornalistica che porterà avanti per tutta la vita…Il legame con il territorio francese inizia nel 1929 quando si trasferisce a Parigi per ragioni culturali ma anche politiche e dove farà importanti conoscenze letterarie ed artistiche per poi trasferirsi in Provenza “nel cuore della foresta meravigliosa” (per citare le sue parole)”. “A Nizza – prosegue Gallo – gode della protezione del Console Italiano con cui collabora. Dal 1946 si stabilisce definitivamente nella sua dimora di Latte. Ben presto diventa una sorta di dominus della cultura locale svolgendo numerosi incarichi e ricevendo la visita di molti personaggi famosi fra cui la principessa Grace Kelly”.
L’Incontro fra l’Artista e lo Scrittore
A seguito di un fortunato incontro Antonio Aniante nel 1960 diventa mentore, estimatore ed amico del maestro Elio Lentini, che oggi vive a Dolceacqua. Si tratta di “una storia di grande stima ed amicizia umana e culturale che sopravvive all’oblio fisico”.
“Infatti – ha sottolineato il Console generale di Nizza Raffaele De Benedictis – il noto scultore continua in modo instancabile l’opera di celebrazione e di diffusione verso il grande pubblico della figura del letterato con la sua associazione culturale Aniante – Lentini” contribuendo inoltre “ad alimentare il fermento culturale dell’area geografica italo francese”.
L’incontro fra l’artista e lo scrittore risale agli anni ’60 agevolato anche dall’ identità nazionale francese delle rispettive consorti. “Aniante – spiega ancora De Benedictis – definiva le sculture di Lentini “realismo magico, pennello di fuoco che nella sua officina incandescente è in grado di produrre opere meravigliose”.
Sulla scia di questa importante vicenda umana e artistica la serata monegasca si è conclusa con la consegna ufficiale, da parte del maestro Lentini all’ambasciatore Gallo di una sua scultura del 2019 intitolata Scala dei valori dell’uomo (vedi foto in apertura) che rimarrà esposta in permanenza presso l’Ambasciata d’Italia a Monaco.
“L’opera – ha spiegato l’artista – vuol sintetizzare quel vissuto intreccio di quelle appassionanti storie dei grandi artisti dell’epoca, di diverse nazionalità nel loro peregrinaggio alla Villa “I Pini” di Ventimiglia nella quale era andato a soggiornare l’Aniante fino alla di lui morte…È dedicata anche a loro, nel ricordo degli sconvolgimenti straordinari che nel mondo dell’arte si originarono nel primo novecento fino ad arrivare al secondo dopo guerra…”.
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