
di Angela Valenti Durazzo – Anna Blangetti è direttrice artistica della Compagnia Stabile Città di Sanremo, presieduta da Andrea Artioli, e anche regista, attrice, traduttrice in dialetto nell’ambito della struttura del ponente ligure che si prefigge di portare avanti e valorizzare la lingua dialettale. Ma oltre alla sua attività teatrale, l’artista di Sanremo è anche pittrice, decoratrice e scrittrice (coautrice con Giacomo Mannisi di “Sanremo invisibile”, “Porte e portali della Pigna”, “La gloria di San Napoleone”, “Le banche a Sanremo”, “Villa Matuziana della Foce”). Nell’ambito della lingua locale Anna si occupa anche della “Rassegna di teatro dialettale Nini Sappia”, organizzata in collaborazione con il Comune di Sanremo, che si svolge da luglio a settembre. Insieme ad Aldo Bottini del Corso di dialetto sanremasco per ragazzi delle scuole medie cittadine e degli “Incontri in Dialetto Sanremasco” per adulti nella sede della Compagnia Stabile Città di Sanremo. Ha ricevuto, fra gli altri, il premio come miglior attrice dall’associazione “A Compagna” di Genova e nel 2011 il Premio San Romolo per la cultura a Sanremo.
L’abbiamo intervistata per farci raccontare il suo contributo alla conservazione del dialetto, che grazie all’impegno anche di organismi, associazioni e singoli appassionati, tramanda le tradizioni, la saggezza e la memoria di chi ci ha preceduti.
Anna Blangetti, quando nasce la sua passione per la recitazione?
Fin da piccola mi piaceva “recitare”, non perdevo occasione per esibirmi anche in famiglia. Mi piaceva attirare l’attenzione, anche a scuola imitavo il suono delle navi che passavano, suscitando l’ilarità dei compagni quando i professori mi dicevano “Blangetti chiudi la finestra”. Avevo un’innata giocosità che poi ho trasferito nel lavoro, nell’insegnamento dell’ Educazione Artistica nella scuola media e, forse anche perché è una bella materia, i ragazzi stavano volentieri con me e ancora oggi quando mi incontrano mi abbracciano.
E quando ha scoperto l’interesse per il dialetto?
Il dialetto ce l’ho nel sangue: mia madre, di Sanremo, parlava spesso il sanremasco mentre mio padre, piemontese, il dialetto della sua zona. Io sono quindi venuta su bilingue! Certamente loro mi hanno trasmesso la passione e il senso del valore delle parlate locali che poi col tempo sono sfociati nella direzione artistica della “Compagnia stabile città di Sanremo” della quale mi occupo dal 1994. Scelgo le commedie che si adattino alla realtà e al pubblico di Sanremo, poi le traduco, le adatto e svolgo anche il ruolo di attrice.
Collaborate con altre realtà?
Spesso collaboriamo con altre compagnie e ci rechiamo nelle località vicine, prevalentemente in Liguria e in Piemonte. In queste occasioni prediligo il filone classico/comico perché la gente, soprattutto di estate, ha voglia di ridere. Metto spesso in scena, quindi, atti unici divertenti che coinvolgano il pubblico. D’altronde “La Rassegna di teatro dialettale Nini Sappia”, dedicata al socio fondatore della Compagnia, si prefigge proprio di “avvicinare le varie realtà dialettali patrimonio culturale di ogni società , che nel teatro trovano il miglior mezzo di diffusione e di conservazione”. Tutti gli anni scrivo ai vari comuni e, in base alle risposte ricevute, in estate facciamo una serie di spettacoli. ll problema grosso per noi è quello dei costi, necessari per il trasporto di materiali ecc.
E qual è il gradimento del pubblico nei confronti di queste iniziative teatrali?
Il pubblico segue volentieri gli spettacoli in dialetto ma, come accade anche in altre realtà, si sta decimando per questioni legate all’anagrafe. Per anni ho fatto lezioni in dialetto per dare il mio contributo a mantenere viva questa tradizione e continuerò certamente. Ho sempre pensato che chiunque si fosse ricordato anche una sola parola in dialetto, quella avrebbe rappresentato una testimonianza di un modo di essere e di vivere…per questo spero di trovare qualcuno disposto a raccogliere la mia eredità.
Nella foto in apertura Anna Blangetti
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