di Angela Valenti Durazzo – Lo stemma di marmo del Principato di Monaco sul portale dell’ elegante edificio di 6 piani ci segnala che siamo alla Fondation de Monaco, struttura all’interno della Cité Internationale Universitaire di Parigi.
La Fondation de Monaco, progettata nel secolo scorso dall’architetto Julien Medecin, accoglie studenti, artisti e ricercatori nelle sale e spazi comuni in stile art déco e nella sue 77 stanze.
Nella hall il grande quadro del pittore monegasco naïf Claude Gauthier (LEGGI L’ARTICOLO) dal titolo Hommage à Fabien Boisson, raffigura la Rocca di Monaco vista dal Jardin Exotique, calata in uno sprazzo di fitti colori e piante esotiche rigogliose.
Nell’edificio parigino in pietra da taglio di colore chiaro, orbita ogni giorno una piccola Monaco, giovane, dinamica ed impegnata (oltre ai ragazzi di altre nazionalità) a cui sovraintende Christophe Crovetto SanGiorgio, direttore della Fondation de Monaco dal 2017, Monegasco la cui origine familiare è genovese, Consigliere dell’Ambasciata di Monaco a Parigi.
La Fondation è un luogo, come lui stesso sottolinea “per incontrarsi e conoscerci”, senza dimenticare tematiche come la salvaguardia ambientale e lo sviluppo sostenibile portate avanti sulla scia dell’impegno del Principe Alberto II di Monaco.
La storia della Casa di Monaco è antica: Pierre de Polignac, nonno dell’attuale Principe Alberto, volle finanziare per primo la costruzione di una Maison all’interno della Cité Internationale di Parigi.
Infatti, la Cité Internationale Universitaire de Paris , presieduta da Jean-Marc Sauvé – con le attuali 5.800 stanze in 43 differenti case circondate da un parco di 34 ettari, con 12mila studenti e ricercatori all’anno di 150 nazionalità – è il sito più importante per studenti e ricercatori stranieri nell’Ile de France.
Inoltre è un luogo dove si continua a “perseguire il sogno utopico dei fondatori” offrire ai suoi abitanti “uno spazio di discussione che promuove la tolleranza e la riflessione”.
Tornando alla Fondation de Monaco, il Principe Louis II rilancerà il progetto creando il 10 novembre 1930 un comitato per la raccolta di fondi privati per completare il finanziamento della casa. La residenza infine sarà inaugurata nel 1937.
Christophe Crovetto SanGiorgio: “La Fondation è un luogo dove impariamo a vivere Insieme”
Abbiamo chiesto a Christophe Crovetto SanGiorgio di raccontarci come si svolge la vita e quali sono le iniziative promosse in seno a questa struttura monegasca dove abitano oggi, ed ovviamente per un periodo limitato, studenti, artisti e ricercatori.
Christophe Crovetto SanGiorgio, qual è il concetto che ispira la Fondation de Monaco a Parigi?
La Fondation de Monaco rientra in quello che è lo spirito della Città Internazionale Universitaria, struttura creata dopo la guerra mondiale. Il concetto di condivisione fra le persone che vi abitano, l’impulso alla cultura, alla conoscenza e alla visione, è uno dei punti fondanti anche della Fondation de Monaco.
Un concetto che rispecchia d’altronde la realtà monegasca caratterizzata da oltre cento differenti nazionalità e sempre rivolta verso il contesto internazionale
Certamente, nella Città Internazionale Universitaria vi sono 150 diverse nazionalità e “noi impariamo a vivere insieme” quale che sia l’origine sociale ed il livello di studi, a mangiare anche assieme, visto che ogni due piani della Casa esiste una cucina comune.
E per quanto riguarda l’attività culturale?
Prima del confinamento causato dalla crisi globale del Covid-19 accoglievamo circa 2 eventi culturali al mese. Tra il 2018 e il 2019 ne abbiamo realizzati 35 (con ingresso gratuito) prevalentemente con relatori ed artisti di Monaco e della regione Parigina.
Le prospettive per i prossimi anni quali sono?
Mi piacerebbe fare della Fondazione, oltre ad una residenza universitaria, una vera Maison della Cultura Monegasca a Parigi dove si possano incontrare artisti e personaggi di Monaco. Noi monegaschi abbiamo radici profonde, che hanno attecchito nella roccia, e da sempre progettiamo il nostro avvenire per elevarci il più possibile. Ed anche questo periodo successivo al confinamento sarà una dimostrazione della nostra capacità di rimetterci in discussione e di rispondere alle sfide.
Oltre alla cultura portate avanti fra i giovani altre tematiche?
L’orientamento del mio mandato è quello di sensibilizzare i giovani ospiti alla cura dell’ambiente, alla sostenibilità, verso tematiche come i cambiamenti climatici e le conseguenze che producono negli oceani. A tal fine abbiamo di recente tenuto una conferenza internazionale con la partecipazione di esperti tedeschi, francesi, italiani, svedesi ecc. Inoltre, anche se si tratta di una piccola cosa, sempre per spingere i giovani alla salvaguardia ambientale, abbiamo realizzato nella fondazione un orto fatto da noi stessi dove ognuno può partecipare e cogliere i frutti…e se tutti noi ci siamo dovuti improvvisare “agricoltori” è vero che il jardin potager bio della Fondation ci ha dato alcune soddisfazioni, producendo un po’ di frutta, insalata, pomodori, carote ecc.
Quale iniziative avete in mente per il futuro?
Continuare sulla stessa linea sviluppando oltre a musica, arte, poesia, anche un partenariato con il Museo oceanografico di Monaco. In previsione abbiamo anche una mostra del pittore Claude Gauthier, dal titolo “Voyages aux Couleurs et Lumières des Terres de Monaco” dal 16 ottobre 2020 al 15 maggio 2021 (vedi locandina).
Intendo inoltre coinvolgere, nel 2021-2022, la nostra bella Fondazione nelle celebrazioni del bicentenario del Principe Alberto I di Monaco e continuare a migliorare il comfort del soggiorno dei nostri residenti.
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