di Angela Valenti Durazzo – Il Monte Carlo Film Festival de la Comédie, compie quest’anno 20 anni. In occasione di questo anniversario e dell’annuncio, nei giorni scorsi, della composizione della giuria dell’edizione che si svolgerà dal 24 al 29 aprile 2023 al Grimaldi Forum (LEGGI L’ARTICOLO) abbiamo rivolto alcune domande al suo fondatore e presidente, il comico, attore e regista Ezio Greggio.
Mentre fervono i preparativi per la kermesse che, oltre alle anteprime internazionali in concorso e fuori concorso, ci riserverà una parata di star del piccolo e del grande schermo, lo storico conduttore di “Striscia la notizia” ci ha raccontato l’esordio del Festival, l’importanza del genere cinematografico della commedia, i grandissimi nomi che hanno partecipato a questo evento negli anni, regalandoci infine una delle sue irresistibili battute.
Ezio Greggio, quando nasce l’idea del Monte Carlo Film Festival de la Comédie?
L’idea nasce vent’anni fa da un incontro con Mario Monicelli, stavamo parlando di commedia e del fatto che non ci fossero manifestazioni cinematografiche che la difendessero. Ne parlai con il Principe Ranieri e il Principe Alberto, i quali videro positivamente quest’idea e vennero già alla prima edizione a confortarmi: da allora il festival è cresciuto in maniera esponenziale.
Fra i personaggi italiani e internazionali con cui ha lavorato come attore o regista quali sono coloro che maggiormente hanno appoggiato la sua idea?
Tutti. Tutti quelli con i quali ho lavorato al cinema sono venuti al Monte Carlo Film Festival. Anche nomi grandissimi con i quali non ho lavorato, come Emir Kusturica, Ettore Scola, Vittorio Storaro, Claude Lelouche, Michael Madsen, Peter Bogdanovich, Salvatore Esposito, e mi fermo qui perché l’elenco durerebbe per minuti e minuti, migliaia di nomi. I colleghi sono sempre propensi a promuovere l’arte cinematografica.
Quanto il festival ha contribuito a cambiare la considerazione del genere cinematografico della Commedia?
Ha contribuito totalmente a cambiare il riconoscimento della commedia nell’ambito dei festival. Pensi che vent’anni fa i festival di cinema non proponevano mai commedie. Questa battaglia che ho iniziato con Monicelli ha sdoganato questo genere che è il più amato in assoluto da parte del pubblico. Oggi le commedie vanno a tutti i festival più importanti: Cannes, Venezia, Berlino, Roma e vincono anche premi Oscar. Un po’ lo si deve a questa piccola, grande battaglia che abbiamo iniziato qui da Monte Carlo e che oggi pone il nostro festival tra i più importanti al mondo.
In cosa si distinguerà dalle precedenti la ventesima edizione e quali sono le principali novità?
I cambiamenti sono nei nomi della giuria e nei personaggi che vi partecipano, che variano ogni anno. La sostanza è sempre la stessa: presentare un ampio raggio di commedie che vengono da tutti i paesi del mondo. Siamo riconosciuti per avere una grande qualità di selezione, basti pensare che da anni la commedia che vince l’Oscar europeo è una commedia che il nostro festival ha presentato con mesi di anticipo e questo fa onore al nostro festival e ai nostri selezionatori.
La Commedia ci insegna che facendo ridere e sottolineando la comicità insita spesso anche nelle situazioni più complicate, si può far riflettere e suscitare profonde emozioni…
Da sempre la commedia racconta storie di un paese, di una generazione, di una società, in maniera divertente ma anche graffiante. La commedia non è mai buonista, la commedia attraverso il sorriso traccia ritratti profondi del periodo storico cui si riferisce. Da sempre la commedia all’italiana ha raccontato il nostro paese e ha imposto il nostro cinema nel mondo.
Il cinema per essere di qualità, dunque, può anche far sorridere, quanto è importante l’ironia nella vita e nella professione?
L’ironia non solo nel nostro mestiere, ma nella vita in generale è importante. Talvolta determinante. Nella fattispecie, nella commedia, l’ironia è una delle chiavi in assoluto più importanti del racconto.
Il suo libro “N°1”, recentemente presentato anche al Fairmont di Monaco, e il Monte Carlo Film Festival, hanno alla base una stessa filosofia ironica dell’esistenza?
Certamente, in “Numero uno“ ho voluto raccontare un po’ della mia carriera attraverso scherzi, fatti divertenti, incontri indimenticabili il tutto sotto il segno della positività, della ricerca del divertimento e della felicità. Il libro è già alla terza ristampa mi stanno chiamando da tutte le parti, andrò a fare delle presentazioni alle comunità italiane anche all’estero, segno che la gente in un momento complicato come questo ha bisogno di sorridere anche attraverso un libro.
Cosa ha provato ad avere sul palco del suo festival miti cinematografici quali Leslie Nielsen, Ursula Andress, Carol Alt, Monica Bellucci, Gina Lollobrigida, Claudia Cardinali, Sandra Milo e moltissimi altri?
Una grandissima soddisfazione. Avere i nomi che lei ha citato e tantissimi altri della storia del cinema italiano, francese, spagnolo, americano, inglese e anche di altri paesi la cui cinematografia è sconosciuta qui a Monaco è stato un successo e un’emozione incredibile. Emozione che si ripeterà quest’anno avendo Giancarlo Giannini presidente della giuria, avendo tantissimi ospiti che arriveranno da tanti Paesi tra i quali posso annunciare, senza far nomi, un paio di premi Oscar. I film sono di altissima qualità, avremo anteprime molto divertenti e quindi festeggeremo nel migliore dei modi questa 20ª edizione del festival. Le confido un segreto: quando arriverò alla 100ª mi fermo…
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