di Angela Valenti Durazzo
Proteggersi dall’epidemia del Covid-19 avendo cura anche della nostra “salute psicologica”. Abbiamo chiesto a Massimo Felici, psicologo e psicoterapeuta italiano a Nizza, come gestire emotivamente, soprattutto per gli italiani all’estero spesso distanti dalle loro famiglie, il tempo che manca alla fine di questo difficile periodo.
Massimo Felici quali sono i motivi principali per cui si rivolgono a lei gli italiani che vivono e lavorano a Nizza, imprenditori, commercianti, ristoratori, studenti ecc?
Mi dicono principalmente di avere paura o di essere tristi. Sono questi i due motivi prevalenti per cui le persone, soprattutto donne e ragazzi, si rivolgono a me. Le prime perché si interrogano di più ed esprimono con più facilità i sentimenti. I secondi, invece sono in gran parte studenti dell’università di Nizza Sophia Antipolis che si sentono tagliati fuori, lontani da casa, dalla famiglia, dagli affetti. Per questo mi sono reso disponibile online, gratuitamente, durante il Covid-19 anche al sabato e alla domenica.
Come si può padroneggiare dunque la paura?
Per prima cosa dobbiamo accettare che la paura è normale e sana. La paura serve per evitare guai: se vedo un animale feroce infatti ho paura e scappo. Serve a proteggerci e a pensare alle soluzioni. Molti mi parlano anche di panico, ma bisogna fare attenzione alle parole. Panico significa perdere il contatto con gli altri. La paura, invece, si affronta se una una persona si sente parte di una comunità, poiché siamo tutti colpiti come comunità dalla pandemia. Per esempio, vicino a me, le persone per ridurre il disagio e lo stress del confinamento salutano quelli del palazzo di fronte e questa è una forma di sana socialità che contrasta paura e stress. Per fare un esempio: spesso il bambino ha paura del buio ma se prende per mano un amichetto o la mamma o il papà, in due la paura si gestisce meglio.
Tenersi costantemente informati ci rassicura?
Ci sono persone che mi hanno raccontato di passare la notte sveglie su internet a guardare le notizie sul coronavirus. E questa ricerca compulsiva è assolutamente da evitare. Essere informati va bene ma bisogna ridurre l’overdose di notizie che non sempre tra l’altro rassicurano, poiché talvolta si contraddicono.
E cosa dobbiamo dire ai bambini per rassicurarli durante il confinamento a casa?
Dobbiamo stare innanzitutto attenti alle emozioni che trasmettiamo e spiegargli che “abbiamo tutti paura”, rassicurare non vuole dire infatti raccontare bugie. E poi rispettare una quotidianità che comprenda regole della giornata chiare, orari, niente tute e pigiami in casa, se no si scivola nella depressione, social media, ma non passare l’intera giornata su internet e telefonini. E poi le emozioni positive sono fonte di serenità, quindi dipingere, leggere, creare, assecondare una propria passione, fare ginnastica, approfittare per riflettere sulle cose della vita, non lasciarsi sconfiggere dal virus prima ancora di avere “combattuto”.
Quale atteggiamento avremo quando ci metteremo alle spalle questo virus che sta sconvolgendo il mondo e tenendo le persone chiuse in casa?
Quando ne usciremo ci sarà presumibilmente, gran voglia di vivere, i rapporti umani verranno rivisti, non solo in negativo, ma anche in positivo. Si vedrà l’importanza di esserci posti degli interrogativi e la voglia di rimetterci in gioco. Non dimentichiamoci che gli Italiani hanno grandi risorse che si vedono nei momenti drammatici. Inoltre, usciti di casa, ritroveremo le bellezze della nostra Italia.
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