La qualità dell’aria, l’emergenza clima ed anche le nuove normative in campo energetico nel Principato (per saperne di più: http://monacoitaliamagazine.net/nuove-normative-energetiche-per-edifici-del-principato-il-ministro-gramaglia-prosegue-contro-cambiamenti-climatici) e l’esortazione, da parte del Governo del Principe e degli organismi preposti, a non utilizzare la macchina quando se ne può fare a meno, privilegiando i trasporti pubblici o le biciclette, o spostandosi a piedi.
“Nel Principato l’inquinamento, come nelle Alpi Marittime, deriva principalmente dal traffico e dal riscaldamento ad olio combustibile. Può essere accentuato da caratteristiche strutturali come le “strade canyon”, che concentrano inquinanti o da fenomeni meteorologici, come l’assenza di vento e periodi di caldo intenso”.
Una sintesi, quella fatta dal ministro monegasco dell’Ambiente, Urbanismo e Infrastrutture Marie Pierre Gramaglia, lo scorso mercoledì 17 ottobre 2018 alla stampa, sul tema dell’impegno per la qualità dell’aria che è parte “della politica del Governo di Monaco a favore della qualità della vita”.
Monitoraggio e cartografia 3D su qualità dell’aria e rumore
Per quanto concerne la qualità dell’aria, infatti, il governo si concentra su tre aspetti
- Controllo, grazie alla rete di monitoraggio della qualità dell’aria
- Divulgazione delle informazioni con la messa in linea dell’indice di qualità dell’aria e la creazione di una cartografia 3D
- Azione sulle fonti di inquinamento
Valerie Davenet direttore del dipartimento dell’Ambiente, ha ricordato l’esistenza dal 1991 della rete di monitoraggio della qualità dell’aria, attraverso 5 stazioni fisse, omologate e certificate, che collegano l’intero territorio e producono misurazioni affidabili al 100%. E’ inoltre possibile trovare online, sul portale Internet del governo, l’indice di qualità dell’aria, accessibile a tutti.
Sul sistema di monitoraggio della qualità dell’aria a Monaco leggi:
http://monacoitaliamagazine.net/qualita-dellaria-52-nuovi-sensori-monaco
Nuovi obblighi anti-inquinamento per le navi nel porto
Armelle Roudaut-Lafon, direttrice degli Affari Marittimi, ha quindi presentato l’ordinanza Sovrana sulla prevenzione dell’inquinamento atmosferico e il divieto riguardo all’olio combustibile pesante. “Con questo atto forte, il Principato ha fatto la scelta di anticipare la creazione di una zona di emissione controllata nel Mediterraneo”.
Daniel Réalini, Vice direttore generale della Société d’Exploitation des Ports de Monaco (Società di Gestione dei Porti di Monaco) ha illustrato, invece, le future modalità di miglioramento dell’inquinamento atmosferico legate alle navi. “Tutte le navi presenti nelle acque monegasche saranno obbligate ad utilizzare un combustibile raffinato o ad avere un dispositivo di trattamento dei fumi”.
Qualità dell’aria: telelavoro ed utilizzo dei mezzi pubblici
Per quanto riguarda invece il problema legato al traffico “l‘equazione è semplice – ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Gramaglia – si tratta di ridurre il numero di veicoli con motori a combustione, generatori di inquinanti e particelle fini. L’equazione è semplice ma richiede una risposta diversa. Il governo, come sapete, incoraggia gli spostamenti con i mezzi pubblici, promuove l’acquisto di veicoli puliti, sviluppa la rete di collegamenti meccanici ed incoraggia il telelavoro. Come infatti ho già avuto occasione di sottolineare, lo Stato intraprende le azioni necessarie ma la mobilità è legata anche ad una presa di coscienza individuale che si fonda su queste domande: Come mi devo spostare ? Ho bisogno di prendere la macchina? E’ preferibile prendere l’autobus, la bici elettrica, fare una passeggiata?”.
Ma oltre al Governo e ai singoli residenti e lavoratori del Principato è anche compito delle aziende mettere in atto piani per spostare i propri dipendenti e promuovere il telelavoro. Un aspetto che viene affrontato anche nel patto nazionale per la transizione energetica di Monaco.
Sul patto nazionale per la transizione energetica di Monaco leggi:
Sui frontalieri italiani nel Principato leggi:
Sul tragitto casa-lavoro in bicicletta dei lavoratori frontalieri leggi: