di Angela Valenti Durazzo
L’interazione tra l’uomo e le tecnologie. La creazione di prodotti digitali disegnati sui bisogni degli utenti finali. Un mondo digitale, insomma, che abbia sempre di più le persone al centro del progetto.
“Le fabbriche del futuro sono sempre più connesse e “smart” e i fattori umani sono più che mai il perno centrale del sistema”.
A spiegarci, nel corso dell’intervista nella sede della Ludotic a Nizza di cui è amministratore delegato, il proprio lavoro ed il cammino della società verso un futuro sempre più digitale è Teresa Colombi, italiana all’estero che ha svolto i suoi studi tra Torino e Milano, ed è giunta a Nizza 15 anni fa nel quadro di un tirocinio post laurea, per restarvi.
Teresa Colombi perché ha scelto di trasferirsi in Francia?
Sono giunta per esigenze di approfondimento, dopo la laurea in psicologia del lavoro. E poi ho deciso di fermarmi in Francia perché secondo me qui c’è un tessuto economico e sociale più fertile, con stipendi migliori ed uno sviluppo maggiore nel nostro campo, quello informatico. In Italia siamo più indietro su innovazione e digitale.
Così ha iniziato a lavorare per Ludotic di cui oggi è la CEO. Di cosa vi occupate esattamente?
Ci occupiamo di accompagnare le società nella risoluzione delle problematiche di interazione uomo-macchina. Infatti occorre capire la persona perché possa interagire con la macchina. Offriamo anche un’interfaccia per rendere più fruibili e attrattivi i siti.
Ci faccia un esempio…
Per esempio se una persona passa un’ora a cercare dove è un determinato tasto, ne deriva scontento e la produttività si abbassa. Alcune società hanno fallito le loro missioni perché non hanno messo a fuoco l’utente, i suoi bisogni e le sue abitudini. Se il nostro mestiere si sta sviluppando è perché il digitale deve avere l’uomo al centro del progetto. Quello informatico è invece talvolta un linguaggio per iniziati. Perché non deve essere accessibile per qualsiasi tipo di utente?
Cosa ci riserva il futuro in campo digitale?
Credo siamo all’alba di una grande rivoluzione che poggia sull’intelligenza artificiale e, sottolineo ancora una volta, questa deve interfacciarsi con l’utente e quindi con la persona. Fra 5 o 10 anni non dovremo probabilmente più cliccare sui tasti ma buona parte dell’informatica sarà fatta vocalmente e molti processi evolveranno ulteriormente grazie alla tecnologia, per esempio in campo diagnostico e medico, mentre una serie di mestieri cambieranno o scompariranno del tutto, non avendo più senso.
La prospettiva di un ulteriore sviluppo legato ai robot e alle macchine desta però anche qualche inquietudine
Secondo me se mettiamo la macchina al nostro servizio avremo più spazio per noi da dedicare, per esempio, al tempo libero. La macchina inoltre produrrà valore aggiunto. Alcuni mestieri cambieranno, ma non quelli legati all’arte, alla cultura, alla creatività, ovvero al meglio dell’uomo. Certo ci vogliono norme etiche e legali per gestire tutto questo.
Tornando alla sua scelta di vivere all’estero, come si trova in Costa Azzurra?
Ci stiamo proprio adesso trasferendo da Nizza a Sophia Antipolis, sede universitaria e parco tecnologico immerso nel verde tra Nizza e Cannes, con moltissime aziende tecnologiche. È un posto magico dove si può camminare e andare in 15 minuti al mare e dove la qualità della vita si unisce alla qualità del lavoro.
E l’Italia?
Amo l’Italia (a Milano, tra l’altro, abbiamo anche una sede) e ci torno non appena posso. Inoltre faccio ogni acquisto nel nostro Paese, l’arredo, il mobilio di casa mia, gli abiti ecc.
Nella foto in apertura Teresa Colombi
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